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La paura adesso arriva dagli spostamenti dei siciliani residenti al nord

Si invita ad evitare allarmismi a panico a Palermo, dopo che una donna nelle scorse ore è risultata positiva al test sul coronavirus. La comparsa della patologia in Sicilia, ha indubbiamente destato preoccupazione sull’isola.

Ed adesso in tanti evidenziano i pericoli che potrebbero sorgere nei prossimi giorni: la donna positiva al test infatti, è una turista di Bergamo ed era in vacanza nel capoluogo siciliano dalla scorsa settimana, da prima che entrassero in vigore le misure per bloccare l’espansione dei focolai in Lombardia, regione in cui sono stati riscontrati più di 200 casi.

Gli spostamenti dalle province lombarde, così come anche in parte quelle venete, sono quindi fonte di apprensione tra i siciliani. Ed ora che in queste regioni scuole ed uffici risultano in gran parte chiusi, il timore è dato dal rientro momentaneo di tanti cittadini originari della nostra isola ma residenti al nord.

Allo stesso modo di come una turista bergamasca ha portato il coronavirus a Palermo, chi in queste ore dalle zone più colpite dall’epidemia si è messo in viaggio verso la Sicilia potrebbe arrecare non pochi grattacapi sul fronte sanitario. In provincia di Agrigento sono già sei coloro che sono stati messi in quarantena, 3 di questi sono arrivati nei giorni scorsi dai comuni lombardi più colpiti dall’emergenza, gli altri 3 invece sono stati a stretto contatto con loro. Se dovessero scendere decine tra studenti e lavoratori residenti al nord, controllare tutti potrebbe essere difficile.

Ad Agrigento, così come negli altri comuni dell’isola, chi arriva dalle regioni settentrionali è invitato a comunicarlo alle autorità competenti, un invito che diventa obbligo per chi è stato nei comuni individuati all’interno delle zone rosse: “In attuazione dell’art. 3, comma 1, del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, – si legge ad esempio in una nota del sindaco Lillo Firetto – e per le finalità di cui la medesimo articolo, gli individui che dal 1° febbraio 2020 sono transitati ed hanno sostato nei comuni richiamati dalla disposizione (in Lombardia: Bertronico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini; in Veneto: Vò), sono obbligati a comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio, ai fini dell’adozione, da parte dell’autorità sanitaria competente, di ogni misura necessaria, ivi compresa la permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva”.

Il problema però potrebbe riguarda altre aree della Lombardia e del Veneto dove sono stati registrati casi di contagio. Per loro non scatterebbe la quarantena, ma servirebbero ugualmente dei controlli anche in caso di persone apparentemente asintomatiche. Sui social c’è chi ha rivolto un invito a chi è residente al nord di evitare viaggi verso il sud, specie se non comunicati in precedenza, come quello che ha interessato un ragazzo spostatosi sabato dalla provincia di Lodi all’Irpinia. Ad Ischia addirittura era stato proibito a lombardi e veneti di arrivare sull’isola, ordinanza però poi resa nulla dalla Prefettura di Napoli.

Certo è che qualcosa bisognerà pur fare: se all’estero iniziano a prendere piede misure restrittive per i viaggi da e per l’Italia, all’interno del nostro paese si potrebbe pensare ad azioni volte quanto meno a limitare gli spostamenti dalle zone dove per adesso hanno preso piede i focolai del virus. Diversamente, il pericolo del contagio in Sicilia e nel sud, dove i sistemi sanitari spesso non garantiscono gli stessi standard del nord, potrebbe farsi sempre più concreto. Vanificando dunque anche le misure già prese nelle aree dove il coronavirus ha iniziato a fare più paura.

Mauro Indelicato – Infoagrigento.it

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