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“La strana storia dei vasi di Girgenti”: la novella “pirandelliana” di Michele Sodano

vasiRiceviamo e pubblichiamo la novella di Michele Sodano, giovane studente di economia a Copenhagen, intervenuto con un’analisi in chiave Pirandelliana, delle ultime vicende agrigentine. Ecco la novella “La strana storia dei vasi di Girgenti“:

Mi trovavo ieri sera con il mio amico Olafur, Islandese, ormai inserito nel campo della finanza qui a Copenhagen, città da dove scrivo. Una persona di un’ intelligenza e una sensibilità oltre limite. Pensate, tra i suoi più grandi interessi la letteratura. Ha così imparato il francese, l’italiano e il tedesco che reputa tra le “lingue che hanno partorito i migliori capolavori in lettere dell’umanità”. Il collante della nostra amicizia? Il suo amore per Pirandello.

Per ingannare il tempo, prima di andare in giro per il quartiere di Vesterbro, ci siamo aggiornati sulle vicende delle nostre rispettive città. Reykjavik? Fu laconico; un Sindaco, che di mestiere fino a poco tempo fa faceva il comico, ha rivoluzionato l’assetto della sua città, ha reinterpretato le leggi dell’economia ed ha garantito benessere e serenità al suo popolo. “What about Agrigento, Michele??” mi ha chiesto ad un certo punto. “Agrigento? Ti posso raccontare di tanti di piccoli fatterelli che succedono. È un posto problematico sai, la politica sembra essere al servizio di tutti tranne che dei cittadini, finito il liceo i giovani se ne vanno, studiano qui e lì per il mondo, ma non tornano. Quindi capisci che non c’è un vero processo di cambiamento, le dinamiche ristagnano, guarda, guarda qui queste ultime cose che sono successe”.

Abbiamo così ricostruito i fatti dell’agrigentino più discussi in quel momento, navigando per il web. “Beccati questi due articoli; uno è su un nuovo giovane assessore. Qualche mese fa, quando era un normale cittadino, ha contribuito alla formazione di una coscienza collettiva che ha preso il nome di #agrigentomanifesta. Per la prima volta gli agrigentini denunciavano in pubblico gli amministratori e le loro retribuzioni esose. Dopo le dimissioni di tutti i consiglieri comunali ci sono state le elezioni. Lui ha ricevuto un incarico importante da parte del sindaco vincente, quello che aveva appoggiato. Non ci crederai, ma non hanno perso tempo ad alzarsi gli stipendi. Eh beh Olafur, giustamente i miei compaesani si sono incazzati, scagliandosi soprattutto contro il giovane assessore, prima indignados al loro fianco, poi amministratore della loro città addirittura con un reddito più alto del solito. Cosa ne pensi? Avresti ancora fiducia in chi prima ha promosso una politica di bene comune con l’obbligo morale di fare a meno del proprio compenso e poi, una volta al potere, addirittura ne riceve uno ancora più massiccio?” A quel punto emise una leggera risata “Oh yes it’s quite outlandish!”.
“E poi c’è questa cosa di cui si sta parlando tanto, la notizia numero due. Recentemente un gruppo di commercianti ha posto dei vasi in ceramica nel nostro viale principale per valorizzare il centro città. Risultato? Dopo solo poche ore sono spariti, ma non per magia, eh! Rubati!.” “Oh, this is crazy!” apostrofa lui. “In città non si parla d’altro, e anche se il Sindaco, con la sua squadra, ha fatto sapere di essersi già messo in moto per rimediare al misfatto, c’è comunque sconforto tra gli agrigentini stessi”. Olafur sembra molto interessato, legge e approfondisce, entra nella pagina Facebook di #agrigentomanifesta, trova nuove fonti, lo lascio per un paio di minuti e vado a fumare una sigaretta con il mio coinquilino.

Al mio rientro, in un italiano molto scolastico, mi pone questa domanda:“Non riesci a vedere quello che vedo io?”. “What do you mean” rispondo in inglese per mantenere la conversazione nella lingua istituzionale. Prende qualche secondo per pensare e poi mi fa questo strano discorso: “Mi viene in mente Pirandello, il teatro dell’assurdo, le maschere. Tutta la città adesso è impegnata ad indignarsi, a puntare il dito verso i ladri dei vasi, ma in un certo senso verso se stessi. Gli agrigentini riconoscono ed odiano quella furfanteria innata nel proprio modo di essere, Pirandello..“. “Spiegati meglio” gli chiedo confuso. “Bene, Pirandello ci avrebbe scritto una storia, ascolta” e così comincia a raccontarmi la sua novella:

“A pochi mesi dalle elezioni nella città di Agrigento ci si lamentava già della nuova amministrazione comunale. Dopo esser stati acceccati dalle promesse e dalle buone intenzioni dei nuovi salvatori della patria, gli agrigentini cominciarono ad accusare la stessa classe politica, scelta poco addietro, di essere la causa di tutti i mali della città. L’innalzamento deI compensi della giunta fu la goccia che fece traboccare il vaso, l’anello debole con cui si ruppe ancora una volta la fiducia tra governanti e governati. “Poco abbiamo retto” disse il Sindaco ai suoi collaboratori in una riunione privata a “Palazzo dei Giganti”. C’era sentita costernazione e profondo imbarazzo da parte degli amministratori, i quali sapevano di avere fallito fin troppo presto e dispiaciuti per non aver mantenuto le promesse con i propri elettori si nascondevano gia da un po’ di tempo all’interno del comune senza rilasciare interviste.
Un giorno il Sindaco ebbe un’intuizione: ”Dobbiamo risolvere questa faccenda, ritrovare un accordo con la nostra comunità”. Sentendosi quasi alleggerito qualcuno disse: “Sindaco poniamo piena fiducia in lei, cosa dobbiamo fare?”
Sindaco: “Il piano è questo, regaliamo dei vasi alla cittadinanza e mettiamoli nel luogo più bello della nostra città, il viale della Vittoria”.
Ass 1: “Dei vasi, che trovata, Sindaco che trovata, tutti ne ammireranno la bellezza, Sindaco!”
Sindaco: “Grazie, grazie””
Ass 2: ”Sindaco lei ci insegna sempre moltissimo, ma crede veramente che non sia necessario ridurre i nostri stipendi? Ripristinare l’acqua pubblica? Ristrutturare un paio di scuole o la rete fognaria?”
Sindaco: “Assolutamente no, la gente non capirebbe! Compriamo questi vasi e poi facciamoli rubare.”
Ass 3: “Sindaco, cosa le dico! Non dobbiamo neanche comprarli questi vasi, si ricorda quell’imprenditore che ci ha invitato giusto recentemente alla prima comunione di sua figlia? Si dia il caso che commerci vasi bellissimi, sta cercando un modo per infilarsi al comune, sicuramente ce li mette lui, lo chiamo subito.”
Sindaco: “Ancora meglio, così non spendiamo neanche una lira e non intacchiamo il nostro bilancio comunale. Allora, si proceda in questo modo, prendere questi vasi, poi lasciarli rubare.”
Vicesindaco: ”Rubare? Sindaco lei è proprio un simpaticone, ma lo sentite il Sindaco, ma come fa a non perdere mai lo spirito e l’allegria?”
Vennero percepite a quel punto fragorose risate fin da fuori il palazzo comunale; in effetti si sprecavano le strette di mano e gli abbracci, si dava per scontato che la consegna dei nuovi vasi potesse essere il gesto più giusto per riconquistare l’ammirazione della cittadinanza.
Sindaco: ”Scusatemi, forse non mi sono spiegato bene. Dopo aver consegnato questi vasi li faremo rubare”
Ass 2: “Sindaco ma ancora con questa cosa di rubare, e chi li deve rubare poi?
Sindaco: ”Qualcuno li ruberà o li distruggerà nel giro di poche ore”
Ass 3: ”Ma allora Sindaco qual’è il punto di metterli, neanche per scomodare l’amico nostro, che facciamo? Perdiamo tempo? Magari mettiamoci un vigile davanti!”
Vicesindaco: “Si un vigile, due vigili, sempre, a sorvegliare i vasi, notte e giorno”
Sindaco: ”Non se ne parla proprio. E’ nel furto che sta la nostra rivincita, la trovata!
Il Sindaco si prese alcuni secondi per pensare, mutò espressione e diventò più solenne, come se dovesse manifestare al suo pubblico un’ ispirazione quasi divina.
Sindaco: ”Il piano è questo, con l’aiuto dei commercianti facciamo installare questi vasi al Viale della Vittoria e li celebriamo come un grande gesto di generosità della parte buona della città che noi rappresentiamo. Convinciamo tutti che è un qualcosa che può fare ripartire la città.
Una delegazione di consiglieri comunali appena giunta alla riunione diede segni di approvazione.
Sindaco: ”Chiameremo tutti i telegiornali! I cittadini più entusiastici cominceranno a parlare in rete della bella iniziativa, condividendo soddisfazione e appagamento. Aspettiamo qualche ora, al massimo un giorno, prima che qualcuno li rubi. E fidatevi, a furto compiuto, tutti ne parleranno in rete. Non ci sarà agrigentino che esiterà a manifestare la propria schifata ingratitudine verso i suoi stessi vicini di casa. Sposteremo l’attenzione da noi a loro. Ricordate bene, per fare dimenticare uno scandalo, bisogna farne scoppiare uno più grosso. Questo sarà il modo dell’amministrazione per dire ai cittadini: come potete lamentarvi dei politici, se siete voi stessi i primi ladri? Non siete meglio di noi, vedete?”. E cercando sguardi di consenso gridò: ”Giunta, ma che piano è??!!!”
Tra le urla euforiche degli assessori si diede inizio all’operazione dei vasi. Vennero consegnati ai cittadini alla presenza delle massime autorità e dei commercianti della zona che li avevano finanziati. Venne rispolverata perfino la banda musicale del paese. Le tv locali, poi, intervistarono i politici più sorridenti. Durante la sera, neanche a dirlo, i vasi scomparvero.

Olafur: “Ecco Michele, se Pirandello fosse vissuto in questi tempi avrebbe probabilmente raccontato gli eventi in questo modo, isn’t it funny, eh?.”
M: “Olafur, non so quanto per me possa essere divertente, ma lo ammetto, è una strana, curiosa, simpatica e verosimile storia, magari la condividerò con i miei concittadini!”
Olafur: “È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev’esser sempre.“
M: “Cosa c’entra, Olly?”
Olafur: “Lo sai che mi piace Pirandello. Questa citazione viene dal “Piacere dell’Onestà”, Pirandello, 1917, te la regalo.”

Michele Sodano

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