Licata, incendio doloso in un capannone confiscato alla mafia: indagini in corso

Un vasto incendio, di probabile natura dolosa, ha devastato un capannone di circa 1.800 metri quadrati in contrada Piano Cannelle, lungo la Strada Statale 123. La struttura, affidata al Comune di Licata, era un bene sequestrato alla criminalità organizzata e un tempo apparteneva ad un imprenditore attualmente domiciliato in Tunisia e in attesa di estradizione.
Secondo le prime ricostruzioni, ignoti avrebbero ammassato all’interno del capannone pneumatici e altri materiali infiammabili, per poi appiccare le fiamme. Il rogo ha generato un’intensa colonna di fumo visibile a chilometri di distanza e ha richiesto l’intervento urgente dei vigili del fuoco dei distaccamenti di Canicattì e Licata, che hanno lavorato per ore per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area.
Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Licata, che hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire l’accaduto. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma l’ipotesi prevalente è quella del danneggiamento doloso a seguito d’incendio.
Una relazione dettagliata sull’accaduto è stata trasmessa alla Procura della Repubblica di Agrigento, che ha già aperto un fascicolo d’indagine, al momento contro ignoti. L’episodio desta forte preoccupazione, anche alla luce del fatto che l’immobile era parte del patrimonio confiscato alla mafia e destinato a fini sociali o istituzionali.