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Editoriali

L’inaspettato exploit della Lega in Sicilia: gli equilibri politici dell’isola destinati a cambiare

Un Movimento Cinque Stelle che tiene botta rispetto alla slavina che lo coinvolge nel resto d’Italia, un’ala moderata che qui più che altrove mantiene lo zoccolo duro del suo bacino elettorale ed un Pd che va a doppia cifra, evitando quanto meno il totale anonimato.

Ma in questa tornata di consultazioni europea, la vera novità del voto siciliano sta inevitabilmente nella Lega.

Nessuno alla vigilia si aspetta un carroccio non solo in doppia cifra, ma addirittura al 20% sull’isola. Fino alle ultime regionali, passando poi per le nazionali dello scorso anno, si nota una crescita costante della Lega ma con numeri ben lontani dagli exploit del nord e del centro. Poi la sconfitta dei candidati leghisti nelle ultime amministrative siciliane, specialmente a Gela, fanno pensare ad un centro – destra siciliano del tutto peculiare rispetto a quello nazionale, con Forza Italia ancora motore trainante.

Al contrario invece, anche dalle nostre parti oramai la Lega scavalca il partito di Berlusconi e si proietta verso cifre sempre più importanti. Adesso anche qui, nella terra del 61 a 0 del 2001 e della pluridecennale tradizione moderata, Forza Italia è costretta ad essere dietro i leghisti all’interno della coalizione di centro – destra. Nelle politiche del marzo 2018, i forzisti in Sicilia riescono a superare il 20%, con la Lega ferma a poco più del 5%, un risultato quest’ultimo già notevole considerando il poco radicamento territoriale del partito. Nel giro di 14 mesi, FI vede sull’isola un risultato poco sotto il 20%, ma la Lega guadagna incredibilmente sedici punti percentuali andando al 21%.

Un sorpasso che probabilmente è figlio della fine della luna di miele tra siciliani e grillini: è vero che il Movimento Cinque Stelle mantiene ancora il primato andando al 30%, ma è altrettanto vero che il partito di Di Maio alle politiche del 2018 sfiora il 50%. Andando oltre la superficie delle sole cifre percentuali, alla fine quello che accade in Sicilia è lo stesso di quello che succede nel resto del paese: l’avanzata della Lega è pari all’indietreggiamento del Movimento Cinque Stelle. Se complessivamente a livello nazionale Salvini guadagna il 17% ed i grillini perdono il 17%, in Sicilia i leghisti avanzano di sedici punti percentuali ed il Movimento indietreggia di quasi venti punti.

In pratica nell’isola, come nel resto d’Italia, gli elettori votano esprimendo una preferenza che rimane interna all’attuale esecutivo pur cambiando però partito: i delusi del Movimento preferiscono votare Salvini e non tornare nei partiti cosiddetti più “tradizionali”. L’unica vera peculiarità siciliana riguarda la doppia cifra di Forza Italia, che mostra ancora una piccola vivacità dei moderati: sommando i voti del partito di Berlusconi e del Pd, i centristi complessivamente hanno il 30%.

Dunque la Lega entra di prepotenza anche nel dibattito politico siciliano: il partito di Salvini è ora realtà anche in Sicilia ed il centro – destra è a trazione leghista anche dalle nostre parti. Questo è importante considerarlo in vista delle amministrative del prossimo anno che, tra le altre cose, riguarderanno anche Agrigento. In città la Lega sfiora il primato grillino, con quest’ultimi che raggiungono il 28% mentre i leghisti si fermano al 24% e possono vantare inoltre Matteo Salvini quale candidato più votato. Un elemento di non poco conto in vista delle comunali del 2020, le quali si preannunciano già molto delicate.

Mauro Indelicato – Infoagrigento.it

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