Liolà per la regia di Federico Marotta incanta il Teatro della Posta Vecchia

Successo per Liolà, di Luigi Pirandello, per la regia di Federico Marotta, la commedia, andata in scena sabato e domenica scorsi al Teatro della Posta Vecchia di Agrigento, ha incantato il numeroso e caloroso pubblico presente in sala. Sul palcoscenico più iconico della Città dei Templi si è esibito il gruppo teatrale Oi Filoi Città di Aragona.
Mattatore dello spettacolo uno straordinario Totò Parello nel difficile ruolo di Liolà, impenitente dongiovanni di campagna. La gioia di vivere di Liolà rende la sua trasgressione attraente agli occhi delle giovani contadine Ciuzza, Luzza e Nela, interpretate rispettivamente da Maria Chiara Collura, Angela Sacco e Maria Giovanna Cannella.
La trama è nota: Liolà è un personaggio spensierato e vagabondo, in sintonia con i propri simili e con la natura, capace di esprimere, attraverso il canto e la poesia, i sentimenti più genuini. E così, alla tanto amata “ roba” di zio Simone Palumbo, interpretato da un convincente Saro Graceffa, fa da contraltare il tesoro di Liolà, costituito dai suoi allegri bimbi: Tinino (Vincenzo Monachino), Calicchio (Vittorio Mula) e Pallino (Riccardo Vaccarello), nati dalle donne da lui sedotte, ma che lui non abbandona, affidandoli alle cure amorevoli della madre , la zia Ninfa, interpretata dalla brava Francesca Carrubba.
Le scene di Carmelo Sciortino immergono il pubblico nel tipico borgo di campagna ed accompagnano significativamente i vari momenti dell’azione scenica. Un’antica porta d’ingresso alla casa di zio Simone diventa galeotta della tresca che Liolà avrà con Mita, interpretata dalla talentuosa Sandra Marotta, moglie di Zio Simone, ma da sempre amata dal protagonista.
“In questa commedia, si legge nelle note di regia, i personaggi non indossano maschere, sono liberi dalle regole e dalle convenzioni sociali, si manifestano per quello che sono, dando sfogo ai loro impulsi naturali: il bisogno insopprimibile di libertà, la gelosia, l’attaccamento morboso alla roba”.
Aspetti che travolgono, infatti, tutti gli altri personaggi interpretati magistralmente dagli attori in scena: Comare Gesa (Liliana Rizzo), Zia Croce (Enza Cucchiara), la figlia Tuzza ( Mary Terrazzino) e la Moscardina ( Domenica Cipolla).
Ad aprire lo spettacolo è stato un elegante e convincente Totò Travali, sosia perfetto di Luigi Pirandello, nei panni del drammaturgo agrigentino, che ha introdotto il pubblico alla commedia.
Il gruppo teatrale Oi Filoi è riuscito ancora una volta a sedurre il numeroso pubblico in sala, registrando il sold out nelle due repliche al teatro della Posta Vecchia. Il regista Federico Marotta ha dato prova di possedere una grande vena creativa. Ha saputo dirigere con grande bravura gli attori in scena, aiutandoli a creare personaggi credibili. Belli i costumi di scena che, ognuno di loro, ha saputo indossare con naturale disinvoltura. Liolà nella sua vivace giacca amaranto, indossata elegantemente da Totò Parello, ha visivamente sottolineato il carattere vivace e gioviale del protagonista che, con il suo canto, conquista i cuori delle giovani fanciulle. Proprio il canto è stato l’elemento vincente che ha caratterizzato e sottolineato la bravura dell’attore. Totò Parello, infatti, non si è limitato soltanto a recitare, ma ha alternato la buona recitazione al canto melodioso: “«Ho per cervello / un mulinello: / il vento soffia e me lo fa girare…” canta spensierato Liolà, ignaro del dramma che lo attende. Non tutti gli attori sono bravi in questo. Parello, invece, è apparso immediatamente naturale e spontaneo, come se la recitazione fosse il suo “pane quotidiano”. Il successo della commedia, che Pirandello ebbe a definire “ così giocosa che non pare opera mia” , è da ascrivere alla completa sintonia tra gli attori ed all’adattamento teatrale del regista Federico Marotta che è riuscito a rendere pienamente godibili i tre atti della commedia. Infine, ci piace ricordare anche chi ha lavorato dietro le quinte, Antonio Pulselli (assistente tecnico), Angelo Salamone e Lillo Capodici ( Assistenti di scena), e il trucco di Mary Terrazzino.