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Apertura Editoriali

Ma contro chi è stata questa protesta?

Era il 28 novembre 2009, era proprio come oggi un sabato, solo un po’ più soleggiato. Dalla punta del Viale della Vittoria, quella vicina al Liceo Leonardo, è partita di buon mattino una marcia.

In prima fila, sindaci della nostra provincia, assessori e personalità politiche. Una di queste, all’epoca seduta all’Ars a Palermo, ai nostri microfoni si è lasciata andare ad una battuta: “Tutto molto bello oggi, bella la marcia anche se non capisco contro chi protestiamo”. Una frase forse scappata d’impeto, non prevista dal “copione”, almeno a giudicare dalla reazione di molti altri politici presenti in quel momento, alcuni dei quali hanno provato goffamente a “schermare” quelle parole.

La marcia in questione, era quella a favore dell’aeroporto. Le parole di quell’ex deputato forse erano le più esatte a descrivere quella giornata: scendere in piazza quando si è al governo è una delle operazioni più paradossali che possano esistere.

Ed in parte è quello che si è ripetuto nelle scorse ore, quando dalla rotatoria Giunone è partita un’altra marcia, quella contro l’isolamento viario in cui da sempre versa il nostro territorio. È vero che la manifestazione odierna è stata spinta da un cosiddetto “cartello sociale”, costituito da Chiesa, associazioni, enti e quant’altro. Ma, oggi come allora, ha fatto un certo effetto vedere in prima fila amministratori e politici.

Quando la politica manifesta contro sé stessa, sono due le opzioni: o c’è un grave problema istituzionale, in cui tra i vari enti non sussiste più alcuna comunicazione tanto formale quanto informale, oppure qualcuno ha approfittato del sabato per fare una passeggiata.

Che il cittadino scenda in piazza, è normale ed anzi salutare per la tenuta democratica (o pseudo tale) di un territorio. Lo scendere a protestare implica una situazione in cui il cittadino, non fidandosi più dell’intermediazione politica, prova a far sentire la sua insofferenza in altro modo. L’amministratore però, è pagato per far funzionare al meglio questa intermediazione. Sta all’interno delle stanze della politica proprio per riportare agli enti preposti le istanze di una comunità e dialogare con gli organi amministrativi più alti. In poche parole, in un territorio normale il cittadino fa il cittadino ed il politico fa il politico. Se il primo è deluso dal secondo, è lecito che si scenda in piazza contro un determinato operato politico. Ma se a tenere la bandiera in una manifestazione sono gli stessi amministratori, qualcosa non quadra. E, come detto prima, o si è dinnanzi ad una grave situazione istituzionale oppure ad una più banale voglia di passeggiare. Al massimo, potrebbe essere comprensibile un’insofferenza così manifestata da parte degli amministratori dei piccoli comuni, il cui peso politico a volte è modesto dinnanzi alle stanze della regione o del governo.

La marcia di oggi, come quella di 11 anni fa, ha dunque qualcosa di paradossale. Per di più, i precedenti non sono certo incoraggianti: la “protesta” della politica contro sé stessa nel 2009 non ha portato alcun frutto, visto che l’aeroporto non c’è (e non ci sarà mai). Chissà se nel 2031 si sarà nuovamente chiamati a documentare un’altra marcia del genere, magari per chiedere nuovamente il completamento dei cantieri ancora oggi aperti ed incompiuti.

Mauro Indelicato – Infoagrigento.it

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