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Mafia, 41bis per elementi di “spicco”. Ignazio Cutrò (TdG): “ritenuti pericolosi, ma dicono che non corriamo alcun pericolo”

“Ho appena appreso la notizia che il capomafia di San Biagio Platani Giuseppe Nugara, cioè la persona che intercettata dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta “mafia della montagna”, affermava che non appena lo Stato si fosse stancato di me e gli toglie la scorta…..vedrai….risulta essere destinatario in carcere della misura speciale del 41 bis insieme ad altri esponenti di spicco della mafia agrigentina fra i quali Giuseppe Spoto reggente della famiglia mafiosa di Bivona”.

Sono le parole del testimone di giustizia, ed “ex imprenditore” bivonese, Ignazio Cutrò (in foto), che in post lascia le sue impressioni dopo la notizia che il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha firmato i provvedimenti per i presunti boss dell’agrigentino coinvolti nelle operazioni “Nuova Cupola” e “Montagna”. Fra questi numerosi elementi ritenuti di “spicco” come Giovanni Tarallo e Francesco Ribisi, Francesco Fragapane, ritenuto a capo della mafia agrigentina; Calogerino Giambrone, reggente del clan di Cammarata e San Giovanni Gemini; Pasquale Fanara, esponente di spicco di Favara; Giuseppe Nugara, ritenuto a capo del clan di San Biagio Platani e Giuseppe Spoto, reggente della famiglia Bivona.

“Il Ministro di Grazia e Giustizia – sottolinea il testimone di giustizia Cutrò – ritiene che queste persone siano pericolosissime e pertanto ha disposto per loro il regime del carcere duro. E poi dicono che io e la mia famiglia non corriamo alcun pericolo. In tutto ciò assisto con sdegno e umiliazione al silenzio di quelle istituzioni che dovrebbero proteggerci. Dove sono quegli organi dello Stato che dichiaravano che la famiglia Cutrò non aveva nulla da temere? Perché non hanno il coraggio di dire che si sono sbagliati e che la mia famiglia va pienamente protetta? Hanno vergogna a dire che hanno preso una decisione sbagliata oppure non hanno proprio vergogna visto e considerato che, ancora oggi, tacciono spudoratamente? Io non mi sono girato dall’altra parte quando si è trattato di demunciare, loro invece hanno voltato le spalle ad una onesta famiglia”, conclude Cutrò.

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