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Cronaca Regioni ed Enti Locali

Mafia agrigentina, le rivelazioni di Quaranta sui casi di estorsione

giuseppe-quarantaOgni volta che vedeva un ‘negro’ diceva che erano 45 euro che camminavano“.

Interrogato sul tema delle “estorsioni”, Giuseppe Quaranta, il 50enne neo collaboratore di giustizia dopo il blitz antimafia denominato “Montagna“, rivela retroscena su uno dei due presunti casi relativamente a fatti di estorsioni commessi direttamente dallo stesso. Come si ricorderà, l’operazione ha permesso di sgominare i presunti vertici di due mandamenti e di sedici famiglie presumibilmente appartenenti a “Cosa Nostra” agrigentina. Giuseppe Quaranta, ritenuto vicino alla famiglia Fragapane di Santa Elisabetta, è stato ascoltato dai sostituti procuratori della Dda di Palermo Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra.

Un altro caso riguarda una “impresa di Mussomeli che aveva un lavoro a San Biagio“. Quaranta rivela poi i casi di estorsioni di cui è venuto a conoscenza: “In termini generali preciso che se un imprenditore si aggiudica un lavoro a Favara e si mette a posto con la famiglia del suo territorio, questo dà poi i soldi a Favara; poi i soldi li tiene la famiglia o parte vanno alla provincia“.

I soldi – continua Quaranta – che avete trovato a Spoto sono provento di usura, come quelli di Mangiapane. Gli stessi praticano un tasso del 10% mensile. Me lo disse Giambrone Calogerino che è vicino a La Greca, Spoto, Nugara. Le vittime, che non conosco, sono giocatori di carte o negozianti ai quali l’attività non va bene“. 

Non ho guadagnato nulla, o meglio poco. Avevo una piccolissima rendita dalle estorsioni perchè il profitto era molto basso. Qualcosa Fragapane mi dava per la droga, ma nell’ordine di 100, 200 euro“.