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Migranti torturati e schiavizzati: tre arresti della Squadra Mobile di Agrigento

Avrebbero torturato e schiavizzato alcuni migranti detenuti in un campo di prigionia libico. Tre migranti, ospiti dell’hotspot di Messina, sono finiti in carcere dopo quanto disposto dalla Dda di Palermo e dalla Procura della Repubblica di Agrigento.

Gli arresti sono stati eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento coordinati dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi.

Le vittime, tratti in salvo dalla nave “Alex&Co” della Ong Mediterranea Saving Humans, avrebbero riconosciuto i propri carcerieri, dopo essere sbarcati a Lampedusa i primi di luglio. In particolare, uno di giovani arrestati è stato riconosciuto quale presunto responsabile di torture e di avere imprigionato i migranti, nonché di occuparsi dei presunti riscatti chiesti ai familiari dei detenuti per la loro liberazione. Gli altri due, invece, avrebbero svolto ruoli di carcerieri e torturatori.

Secondo le accuse, i tre avrebbero perpetrato aggressioni nei confronti dei migranti reclusi. Secondi i magistrati titolari dell’inchiesta, i migranti, nel tentativo di raggiungere le coste italiane, venivano privati della libertà personale e sottoposti a vessazioni e atrocità per ottenere il riscatto da parte dei familiari. “In assenza del pagamento, venivano alienati ad altri trafficanti di uomini per il loro sfruttamento sessuale e/o lavorativo o talora uccisi”, dicono i pm.

“Sistematiche percosse con bastoni, calci di fucili, tubi di gomma, frustate e somministrazione di scariche elettriche”, ma altresì “ripetute minacce gravi” poste in essere “con l’uso delle armi o picchiando brutalmente altri migranti quale gesto dimostrativo”, “accompagnate dalla mancata fornitura di beni di prima necessità, quali l’acqua potabile, e di cure mediche per le malattie lì contratte o le gravi lesioni riportate in stato di prigionia- acute sofferenze fisiche e traumi psichici e un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”. Queste alcune delle torture subite dalle vittime nei cambi di detenzione in Libia e raccontate ai magistrati della Dda di Palermo che hanno emesso 3 fermi.

In Italia è la prima volta che viene contesta l’accusa di tortura. I tre dovranno ora rispondere dei reati di sequestro di persona, tratta di esseri umani e tortura.

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