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Cronaca Italia

Omicidio Meredith: Raffaele e Amanda assolti. Cassazione contro Cassazione

raffaele amandaAssolti per non aver commesso il fatto. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, non hanno ucciso la studentessa britannica morta a Perugia il primo novembre 2007.

Una sentenza clamorosa che ribalta quella della Corte di Appello di Firenze che aveva condannato i due giovani a 28 e 25 anni di reclusione. Innocenti in via definitiva quindi; per Amanda e Raffaele, finisce un incubo durato quasi 8 anni.
Ma quali sono le tappe di questa lunga vicenda processuale. Andiamo con ordine: nel 2007 avviene il tragico delitto di Perugia, un evento che ha suscitato da subito un forte interesse mediatico visti i dubbi e il modo in cui sono state condotte le indagini. Nel 2009 si giunge ad una condanna veloce in cui vengono ritenuti responsabili Sollecito e la Knox, accusati di aver partecipato attivamente al delitto e addirittura di aver attirato la povera Meredith in un tranello all’interno della casa di via della Pergola. Nel 2011 arriva la prima sentenza che ribalta questa condanna, Raffaele e Amanda sono di nuovo innocenti e si rimanda alla cassazione la decisione sulla rivedibilità del processo. Nel 2013 un’ulteriore sentenza della cassazione ribalta questo verdetto rimandando alla procura generale l’esito del processo.
Ieri, l’ultimo atto di questa controversa vicenda giudiziaria, la Suprema Corte ha deciso l’annullamento senza rinvio e dunque l’assoluzione definitiva dei due ex fidanzatini di Perugia. Ancora non si conoscono le motivazioni di questa sentenza che ha lasciati sgomenti tutti. Sicuramente tra i motivi che hanno spinto la Corte di Cassazione a propendere per l’assoluzione saranno presenti gli errori grossolani fatti in fase di indagine: non è stato tenuto conto dell’arma del delitto. Emergerà sicuramente dalle motivazioni che il vero coltello con cui è stata assassinata Meredith non è stato quello repertato in fase di indagine; un altro errore è quello di non aver fatto l’esame del pc di Sollecito nella stessa (sembra che nei momenti in cui Meredith è stata assassinata il computer di Raffaele stesse scaricando un Film); per non parlare poi della prova principe: il Dna repertato sul gancetto del reggiseno appartiene sì a Raffaele ma insieme ad una commistione di codici genetici con molta probabilità frutto di una contaminazione causata dagli operatori della scientifica.

Giustizia s’è fatta o si è dissolta con questa sentenza? Di certo è che si è di fronte ad un pasticcio senza precedenti che pone una pietra miliare nella storia della giustizia italiana. Questa Cassazione non sconfessa solo la sentenza precedente ma sconfessa un’altra cassazione che due anni fa aveva dipinto Amanda e Raffaele come assassini: la cassazione fa a pugni con la cassazione!
In questo “incontro di box” si posso dire “finalmente liberi” gli ex fidanzatini. “Sono immensamente felice, torno a riprendermi la mia vita”, ha commentato Raffaele Sollecito, che ha atteso la sentenza nella sua casa di Bisceglie (Bari). “Quella stessa magistratura che mi ha condannato ingiustamente – ha aggiunto – mi ha restituito oggi la dignità e la libertà”. E da Seattle Amanda Knox, informata dell’assoluzione, ha trasmesso la sua felicità ai difensori Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. “Sono enormemente sollevata e grata per la decisione della Cassazione italiana”, ha detto, sottolineando che “la consapevolezza della mia innocenza mi ha dato la forza nei tempi più bui di questo calvario», in cui «ho avuto l’inestimabile sostegno della mia famiglia, degli amici e di sconosciuti”.
L’urlo di gioia dell’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Sollecito, alla lettura della sentenza ha ricordato quello che lei stessa fece in occasione dell’assoluzione di Giulio Andreotti, che pure difendeva. “È stata una battaglia durissima, era pacifico che Sollecito è innocente, e questa Cassazione ha avuto il coraggio di affermarlo”. Arline Kercher, madre di Meredith Kercher, dal canto suo, si è detta “sorpresa e molto scioccata”. Di tono dimesso anche il commento dell’avvocato Francesco Maresca, difensore della famiglia Kercher.
“È una verità difficile da digerire per la famiglia, per noi che l’abbiamo difesa e per i giudici che hanno emesso i verdetti di condanna. I genitori di Meredith Kercher sono allibiti e senza parole. Non c’è altro da dire al momento. Mi hanno chiesto se ci fosse altro da fare, se si potesse procedere ulteriormente e purtroppo ho dovuto dire di no”.
Come in tutte le “favole” a lieto fine che si rispettino, vissero tutti, o quasi, felici e contenti, “l’uomo nero” è in gattabuia e si potrà dormire sereni. O forse no.

Marcella Lattuca
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