Operazione “Alta tensione”, furti di energia elettrica nell’agrigentino: nei guai due verificatori Enel – VIDEO
Operazione “Alta Tensione” del comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento.
Stamani, nel corso di una conferenza stampa, il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Mario Mettifogo, ha voluto illustrare la brillante operazione che ha portato a due divieti di dimore nella provincia di Agrigento ed un obbligo di firma a Canicattì.
I provvedimenti sono scaturiti nei confronti di due “verificatori” dell’Enel, Giovanni Trupiano e Domenico La Porta, entrambi di Agrigento, incaricati dalla stessa società Enel a fare una attività “opposta” rispetto a quella condotta e scoperta dai Carabinieri. Obbligo di firma invece per una donna, Luigia Vinci che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe avuto un ruolo da “intermediaria”.
In particolare, l’indagine è scaturita da una denuncia di un commerciante per una possibile tentata estorsione, che ha poi permesso ai militari dell’Arma di scoprire un vero “mondo sommerso” nell’ambito dei furti di energia elettrica in provincia di Agrigento. Enel, come più volte sottolineato dai Carabinieri, è pertanto parte lesa di un sistema di raggiri.
Secondo quanto ricostruito, “i due verificatori si sarebbero presentati in una nota attività commerciale fingendo di avere trovato un illecito nel contatore dell’energia elettrica; tutto però poteva essere risolto attraverso il pagamento di una somma di denaro ai due“. La denuncia, come sottolineato dal capitano dell’Arma Ernesto Fusco, dopo una serie di indagini e verifiche di difficile natura, ha portato alla scoperta del cosiddetto “sorcio”, ovvero un marchingegno capace di trarre energia senza passare dal contatore elettrico. Il tutto, avrebbe avuto un ritorno economico da parte dei due soggetti che, secondo i Carabinieri, sarebbe stato possibile pagare anche “a rate”. Tariffe che andavano dalle poche centinaia di euro, per l’istallazione del classico magnete, fino ad arrivare a 2 mila euro per il “sorcio”.
L’indagine dei Carabinieri, resa possibile anche grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, è stata condotta dall’ottobre del 2014 al giugno del 2016.
“Si tratta – ha evidenziato il colonnello Mario Mettifogo – di soggetti che non avrebbero alcuna difficoltà economica nel pagare la bolletta. Siamo difronte a soggetti che pagano un sistema di corruzione dell’incaricato di pubblico servizio”.
Sotto la lente d’ingrandimento numerosi esercizi commerciali della provincia di Agrigento.
A illustrare l’intera operazione il tenente Nicolò Morandi, che ha mostrato le foto ed il sistema che ha permesso di scoprire un fenomeno quanto più dilagante e da non sottovalutare.
I provvedimenti cautelari sono stati firmati dal Gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, su richiesta dei sostituti procuratori Alessandro Macaluso e Carlo Cinque.