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Cronaca

Operazione “Icaro”: la mappa della mafia fra Agrigento e Porto Empedocle – FOTO

IACONO-AntoninoEmergono i primi particolari dell’operazione antimafia denominata “Icaro” condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento e Palermo, guidati dal dirigente Giovanni Minardi, che ha portato nella notte appena trascorsa a sgominare i vertici e i fiancheggiatori delle famiglie, ritenute mafiose, di Agrigento e Porto Empedocle.

Un duro colpo per “Cosa Nostra” della provincia di Agrigento che ha evidenziato come il vincolo fra le “famiglie” di Agrigento e Porto Empedocle non si è mai fermato.

In tutto ben tredici misure cautelari: 6 arresti in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposte all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Nella fattispecie, i sei finiti dietro le sbarre sono: Antonino Iacono, 61 anni, ritenuto il capo della “famiglia” di Agrigento; Francesco Capizzi, inteso “il milanese”, 50 anni; Francesco Messina, 58 anni, ritenuto il capo della “famiglia” di Porto Empedocle; Francesco Tarantino, inteso “Paolo”, 29 anni; Gioacchino Cimino, 61 anni, e Giuseppe Picillo, 53 anni, di Favara. Agli arresti domiciliari invece vi sono Pietro Campo, 63 anni, di Santa Margherita Belice (Ag); Giacomo La Sala, 47 anni, di Santa Margherita Belice, e Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale (Pa). Obbligo di presentazione alla Pg, infine per Vito Campisi, 45 anni, e Antonino Grimaldi, 49 anni, di Cattolica Eraclea (Ag); Santo Interrante, 34 anni, e Gaspare Nilo Secolonovo, 47 anni, di Santa Margherita Belice (Ag).

Gli indagati sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione di armi da fuoco.

Le indagini sarebbero state effettuate grazie ai “summit” intercettati dalla Polizia fra le campagne agrigentine. Riunioni nelle quali i vertici decidevano di imporre il pizzo alle imprese e condizione opere edili fra le quali anche il costituendo “rigassificatore” di Porto Empedocle, nonchè i trasporti marittimi da e per Lampedusa.

Francesco-MessinaL’operazione “Icaro” ha ricostruito l’intera “mappa” di “Cosa Nostra” agrigentina, ed, in particolare, di raccogliere numerosi elementi indiziari a carico del capo famiglia della cosca di Agrigento, Antonino Iacono, agrigentino, 61 anni e del capo famiglia della cosca di Porto Empedocle, Francesco Messina, nato a Porto Empedocle, 58 anni. Questi ultimi, in particolare, operavano con metodo mafioso ed estorsivo per condizionare l’attività di ristrutturazione del rigassificatore di Porto Empedocle.

Con quest’ultimi nominati, avrebbero avuto un ruolo emergente anche il favarese Giuseppe Picillo, ritenuto l’organizzatore degli incontri con gli esponenti mafiosi delle altre famiglie locali, e i presunti appartenenti alle famiglie di Porto Empedocle, Francesco Capizzi e Francesco Tarantino, presumibilmente responsabili di azioni estorsive ai danni di alcuni imprenditori locali della città marinara. 

Leggi i nomi dei 34 indagati

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