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Italia

Papa Francesco lo storyteller sotto assedio sul web

Pubblichiamo l’articolo, del nostro Direttore Editoriale Francesco Pira, uscito sul quotidiano statunitense “La Voce di New York” sulla polemica di queste ultime ore che ha coinvolto il Sommo Pontefice Francesco.

Vi confesso che ho vissuto davvero male nelle ultime ore tutto quello che è stato detto scritto su Papa Francesco.
In tutto il mondo le immagini del Sommo Pontefice che stizzito da un colpetto sulle mani di una fedele troppo esuberante, hanno affollato i tg ed occupato la rete. Come era prevedibile e conoscendo la sensibilità del Papa Storyteller ha trovato subito il modo per chiedere scusa per un gesto che ha diviso il mondo in innocentisti e colpevolisti. E poi anche la satira si è data da fare. Con fotomontaggi e video in tutte le lingue. Qualcuno si è anche chiesto in quel momento che lavoro stavano facendo le guardie del corpo. Con una dichiarazione all’Agenzia di Stampa Nazionale AGI il Comandante Alfa, Fondatore del GIS ha detto: “La sicurezza del Papa deve chiedere scusa, non il Santo Padre. La sicurezza di Papa Francesco ha sbagliato tutto .La signora non lasciava la mano al Papa e lui è stato costretto a dare un piccolo schiaffettino sulla mano per divincolarsi, ma a quel punto non ci si doveva proprio arrivare”. In poche ore tutte le bufale su Papa Francesco ed un altro episodio simile in Messico sono stati rispolverati e piazzati sul web. La gogna mediatica ha avuto inizio. E Papa Francesco, il più grande storyteller dei nostri tempi, da personaggio amato dalla tv e da web, è diventato il bersaglio preferito. Un’occasione ghiotta per chi vuole mettere in discussione un Pontefice che sta innovando la Chiesa, chiedendo scusa per le colpe commesse, per gli errori incomprensibili. Il Papa che ha aperto ai divorziati, senza mai smettere di sottolineare l’importanza del matrimonio e della famiglia, che ha combattuto la pedofilia, che si è interrogato sul celibato dei sacerdoti. Papa Francesco è un uomo alto dagli occhi buoni. Non si è mai risparmiato con i fedeli. Anzi. Ricordo qualche mese fa durante un’udienza in Vaticano a cui ho avuto l’onore di partecipare come, sovvertendo il programma della sicurezza, ha voluto salutare e stringere le mani a tutti. Sono stato tra quelli che ha avuto la fortuna di stringergli la mano. La sua presa era forte e decisa. Il suo sguardo dolcissimo. La sua richiesta incredibile: “prega per me”. Un incontro stupendo che non può lasciare dubbi sulla forza di questo Papa incredibilmente vero e amato da tantissimi in tutto il mondo. Ma è il Papa che deve fare i conti con la globalizzazione, con la proliferazione di sette e gruppi parareligiosi, con gli estremismi, con la cattiveria reale e virtuale.
E così ha dovuto dire durante l’Angelus: “A volte perdiamo la pazienza. Anche io e chiedo scusa per il cattivo esempio”.

“Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.
Un Papa, Francesco che ha sempre parlato al cuore e all’anima. Pensare che possa concepire un gesto di cattiveria è alquanto incomprensibile.
Ma sul web, ora che giornali e tv, dopo le scuse hanno mollato la presa, la telenovelas continua senza sosta. Sarebbe bello sapere cosa il Pontefice pensa. Al netto delle scuse, delle polemiche, della sicurezza che non ha lavorato bene e della fedele esagerate che poteva lasciare la mano del Papa. Di sicuro nulla di più di quello che ha detto. Perché la forza del Papa Storyteller è fare della sua vita una storia che tutti possono comprendere e capire. Anche quando si commette un errore. Perché è un Papa non è un Santo. E dell’umiltà ne ha fatto una ragione di vita.

Francesco Pira
“Il potere è fare le cose per gli altri”. Questa frase scritta nella piccola sacrestia di un prete cristiano caldeo a Bagdad è quella che mi ha sempre accompagnato nelle mie esperienze umane e professionali. Amo leggere, scrivere, ma soprattutto quando posso narrare. Mi piace, come sosteneva Enzo Biagi, raccontare storie di persone comuni. Scrivo da quando avevo 14 anni. Fin da giovane ho coltivato la passione del giornalismo. Oggi insegno, nell’ambito della sociologia, comunicazione istituzionale e teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università di Messina. I miei territori di ricerca comunicazione e giornalismo con focus costanti sul rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie, la comunicazione politica, sociale e pubblica. Sono un siciliano che ama il “lato giusto” della Sicilia. Vivo con il sogno prima o poi di trasferirmi negli Stati Uniti.

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