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Pillole contro la ludopatia: ce lo spiega Wilma Ciocci

Con ludopatia si intende un insieme di fenomeni che sfociano nella dipendenza da gioco. E, proprio per questo, potremmo parlare, nel caso dell’azzardo, di azzardopatia, essendo la parola ludopatia legata alla radice latina ludus e intendendosi, con questo termine, l’intero mondo del gioco, fisico e virtuale.

A questo proposito in Italia, dall’ormai lontano 1999 opera una Società, per l’appunto la Società Italiana Intervento Patologie Compulsive, il primo centro di recupero per i soli giocatori d’azzardo patologici. Al suo interno lavora anche Wilma Cocci, dottoressa, criminologa e sociologa, collaboratrice del Professor Cesare Guerreschi, fondatore della stessa società.

Wilma Ciocci si è saputa distinguere, negli anni, nello studio del fenomeno ludopatico, focalizzandosi soprattutto sui punti deboli che conducono un giocatore a subire i rischi dell’azzardo. Tra le altre cose, la Ciocci ha fatto parecchio discutere per la sua visione sul fenomeno del proibizionismo, visto come un apripista all’illegale, un maggior incentivo. In una sua intervista riportata da Gaming Insider, la dottoressa ha parlato di questo e di tanto altro.

Anzitutto va fatta una premessa: a Firenze i dati sul gioco sono stati resi noti da Nicola Armentano, capogruppo del PD, che ha parlato anche del 32% in più di sanzioni per quel che riguarda l’elevata attività di quanti non rispettano ordinanze su slot machine in vigore dal luglio dello scorso anno. Mentre il Comune fiorentino, guidato da Dario Nardella, sta già lavorando sulla prevenzione, dato che l’ordinanza impone orari alle attività, la situazione in tutta la Toscana parla chiaro: la regione è tra le più attive nella spesa da gioco, al punto che Prato, con la sua provincia, per fare un esempio, risulta essere la città con la maggior spesa pro capite in azzardo nel corso del 2018: 576 euro a persona.  Un trend in perfetta consonanza con il resto d’Italia, quantomeno per la sua stragrande maggioranza. In Campania, per esempio, la spesa sul gioco continua a mantenere trend alti, con una spesa che si è fermata a 1,83 miliardi, cosa che ha difatti eletto la regione del Sud Italia la seconda, in tutto il territorio nazionale, dopo la Lombardia e prima del Lazio, per spesa.

Tornando alla dottoressa Ciocci, nella sua intervista, il tema della ludopatia è centrale ma l’assunto di fondo è uno: “La dipendenza non deriva dal gioco, ma dall’azzardo – ha detto – mentre il termine ludopatia scredita una intera categoria dei giochi, anche quelli che operano in piena legalità e trasparenza”. Il riferimento, chiaramente, è ai casinò online AAMS.  Il problema dell’azzardo sta, secondo la dottoressa, nella degenerazione compulsiva che questo può scatenare: nessun agente chimico interviene, perché l’azzardo è un vizio, come la dipendenza sessuale.

Esistono, chiaramente, delle terapie che si considerano solo quando si arriva ad un punto di non ritorno: quando finiscono i soldi, quando intervengono altri problemi. Ma smettere è possibile? Secondo la Ciocci dopo aver vinto una volta, nel soggetto aumenta la percezione di poter vincere, accentuando la sua dipendenza. Ed è qui che parte un’accorata critica al proibizionismo, un sostegno per l’illegale, oggi reso di facile portata da tante soluzioni, come i tablet, gli smartphone, siti illegali. Quel che può rappresentare un’ottima soluzione è l’investimento in formazione di operatori per i soggetti affetti da dipendenza. Con tutta la serietà del caso: la ludopatia, infatti, è una patologia con delle coordinate precise.

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