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Porto Empedocle, celebrata la Festa della Marina Militare Italiana

La Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Porto Empedocle unitamente al Gruppo ANMI – Associazione Nazionale Marinai d’Italia “Carmelo Sanfilippo”, hanno celebrato oggi la Festa della Marina Militare Italiana. La manifestazione ha avuto luogo presso il monumento ai Caduti del Mare nel piazzale Marinai d’Italia.
La cerimonia è iniziata con il raggruppamento dei partecipanti nel piazzale Marinai d’Italia, un picchetto armato ha reso gli onori militari alle massime autorità civili e militari della provincia. A fare gli onori di casa il Comandante della Capitaneria di Porto, Capitano di Fregata Antonio Ventriglia.
E’ seguita la cerimonia dell’alza Bandiera e la deposizione della Corona ai piedi del Monumento ai Caduti del mare benedetta dal cardinale Alessandro Damiano. Ai militari e agli intervenuti, è arrivato il messaggio di saluto del Presidente della Repubblica, del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Marina. Dopo la lettura della suggestiva Preghiera del Marinaio, si è proceduto alla consegna dell’onorificenze:
– Medaglia d’oro al merito di lungo comando al Primo Luogotenente (NP) Vincenzo Mulè;
– Medaglia d’argento al merito di lungo comando al primo luogotenente (Np) Gaetano Marcello Impiduglia.
Nella sua allocuzione il Comandante Antonio Ventriglia ha ricordato l’impresa di Premuda del 10 giugno del 1918 quando il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo ed il Guardiamarina Giuseppe Aonzo attaccarono una formazione di navi da battaglia della flotta austro-ungarica, affondando la corazzata Santo Stefano.
“Quella di Premuda fu una delle più significative ed ardite azioni compiute sul mare nel corso della 1^ guerra mondiale che segnò in maniera irreversibile le sorti della guerra sul mare, costringendo, da un lato, le forze austriache ad abbandonare ogni velleità di supremazia navale in Adriatico e convincendo, dall’altro, gli alleati a lasciar cadere la questione relativa all’istituzione dei comandi navali in Mediterraneo, affidandone il controllo all’Italia.
Oggi come in passato il personale è l’arma decisiva, indomabile, resiliente, formato dal mare ed ispirato dalla sua grandezza. Pur a distanza di 104 anni da quell’eroica impresa e pur essendo – ovviamente – cambiati modi ed i mezzi attraverso i quali la Marina opera e si interfaccia con la collettività, i valori che animarono l’azione del Comandante Rizzo e del Guardiamarina Aonzo sono vivi più che mai. Sono valori che richiamano tutti noi marinai ad un consapevole senso della disciplina, del dovere e della gerarchia, della fratellanza in armi, essenziale per l’incondizionata fedeltà alle Istituzioni, senza la quale finirebbero per prevalere egoismi e sterili personalismi.
Solo la capacità di fare squadra, unita ad una genuina unità di intenti, consente di operare per il bene supremo, se necessario fino all’estremo sacrificio, seguendo l’esempio dei tanti marinai che hanno dato la propria vita per la patria in ogni epoca e in ogni circostanza.
Chiudo, pertanto, rivolgendo un grato e devoto pensiero ai caduti ed ai feriti che si sono immolati in pace ed in guerra, ai decorati e a tutti coloro che hanno servito la patria con onore e abnegazione”.

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