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Regioni ed Enti Locali Salute

Presunta chiusura del Centro trasfusionale dell’ospedale di Canicattì: le precisazioni dell’ASP

Nessuna chiusura in atto o in vista per il Centro trasfusionale del presidio ospedaliero Barone Lombardo di Canicattì. E’ quanto emerge, a chiare lettere, da un incontro svoltosi questa mattina presso la sede legale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento alla presenza del direttore generale, Alessandro Mazzara, del direttore sanitario Gaetano Mancuso e del sindaco di Canicattì Ettore Di Ventura. Il messaggio, del tutto rassicurante sia per la popolazione di Canicattì che per quella del comprensorio, arriva al termine di un confronto svoltosi anche alla presenza dell’assessore alle politiche sociali del Comune di Canicattì, Antonio Giardina, del direttore dell’Unità operativa complessa di medicina trasfusionale di Agrigento, Filippo Buscemi, e della responsabile del Settore personale ASP, Beatrice Salvago.

Alcuni dubbi circa l’operatività del Centro trasfusionale di Canicattì erano emersi giorni addietro a causa della rimodulazione dell’attività derivata dal prepensionamento di un medico in servizio, della contemporanea accettazione da parte di altri due professionisti di contratti di lavoro presso altre aziende e della mancata presentazione di nuove istanze ad un bando già pubblicato dall’ASP di Agrigento. A queste criticità il vertice ASP intende porre rimedio intensificando le azioni di reclutamento del personale, autorizzando il ricorso alle prestazioni aggiuntive per i sanitari in servizio e disponendo che il dottor Filippo Buscemi assicuri una presenza pressoché costante presso il Centro trasfusionale di Canicattì al fine di gestire e coordinare le varie attività. Proprio il dottor Buscemi, nel proporsi con massimo impegno, ha voluto precisare che: “in più di trent’anni il Centro trasfusionale di Canicattì ha garantito il supporto trasfusionale ai tanti pazienti del territorio e addirittura spesso, in momenti di crisi, ha anche sostenuto i centri trasfusionali di Palermo. Ne sono diretto testimone in quanto, avendo lavorato per tanti anni nell’Ospedale ‘Cervello di Palermo’, ho utilizzato anche il sangue proveniente da Canicattì, inviato dal sempre presente dottor Morgante, per trasfondere i pazienti trapiantati. Oggi, per la carenza contingente di personale si è deciso, a tutela dei pazienti del bacino del distretto AG1 e solo per il periodo estivo, di centralizzare le reperibilità notturne nel Centro di Agrigento che da anni supporta un numero doppio di pazienti e che garantirà il sangue, oltre che a Canicattì, anche a Licata. La rimodulazione – conclude Filippo Buscemi – è di carattere temporaneo e al massimo a fine estate tutto ritornerà come prima nel pieno rispetto della storia del piccolo ma efficiente Centro trasfusionale di Canicattì”.

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