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Regioni ed Enti Locali

Prevenzione rischio sismico ad Agrigento. Raso (CGIL): “verificare lo stato complessivo delle misure di protezione civile”

massimo_raso“Il terribile terremoto che ha colpito il “cuore” dell’Italia credo ponga ad ognuno di Noi, specie in una provincia come la nostra che ha conosciuto il terremoto del Belìce, alcune domande sul grado di preparazione del nostro territorio ad affrontare emergenze simili”.

Lo scrive in una lettera inviata al Prefetto di Agrigento, ai sindaci dell’agrigentino e agli Ordini delle professioni tecniche, la CGIL di Agrigento, tramite il segretario generale, Massimo Raso (in foto).

“Il territorio di Agrigento – scrive la CGIL – è indicato col grado di sismicità 2 (Zona sismica 2 = Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti).
Se poi andiamo nello specifico, sui 43 Comuni della provincia, 3 sono inquadrati nel rischio sismico 1 (Menfi, Montevago e Santa Margherita Belice); 27 in quello 2 ed i rimanenti in quello 4, il più basso”.
“Dal sito della “Protezione Civile” Nazionale – continua Raso – ricaviamo l’informazione che i Comuni dotati di piano di emergenza rischio sismico della Provincia di Agrigento sono solo 10 :
Alessandria della Rocca, Campobello di Licata, Canicattì. Licata, Lucca Sicula, San Biagio Platani, Santo Stefano Quisquina, Sciacca, Siculiana e Villafranca Sicula.
Essendo il “piano” “l’insieme delle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio”, si comprenderà che l’assenza dello stesso è indice della impreparazione di un territorio ad affrontare situazioni calamitose.

Come CGIL ritieniamo utile ed urgente verificare lo stato complessivo delle misure di “protezione civile” predisposte dai singoli Comuni.
Dalla stessa fonte (il sito della Protezione Civile) abbiamo visto che, proprio recentemente, (con il Decreto del Capo Dipartimento del 21 giugno 2016) si è proceduto alla Ripartizione annualità 2015 per la prevenzione del rischio sismico”.
“Come si sa, il fondo per la prevenzione del rischio sismico previsto dall’articolo 11 della legge n. 77 del 24 giugno 2009 di conversione del decreto legge n. 39 del 28 aprile 2009 per la ricostruzione in Abruzzo, prevede che siano finanziati interventi per la prevenzione del rischio sismico su tutto il territorio nazionale, grazie ad un fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze.
Esso finanzia sia gli interventi pubblici che quelli privati.
Come CGIL riteniamo utile sapere se e in che misura sia possibile attivarsi per la utilizzazione di tali misure, per mettere – ad esempio – in sicurezza quegli edifici pubblici (Scuole, Ospedali, Uffici Pubblici ecc.) costruiti prima delle normative antisismiche.
Riteniamo che la “messa in sicurezza” del territorio, oltre a costituire la necessaria premessa per salvare le vite umane negli eventi calamitosi, possa davvero rappresentare una frontiera importante dell’impegno della Pubblica Amministrazione e di tutte le Istituzioni ed anche una occasione di lavoro per le tante professionalità presenti nel territorio”.

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