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Regioni ed Enti Locali

Protesta dei lavoratori precari al Comune di Canicattì: “La politica dia risposte sul nostro futuro”

Parte da Canicattì la protesta dei lavoratori a tempo parziale di Cisl Fp e della Fp Cgil. Questa mattina i dipendenti “precari” hanno manifestato per chiedere maggiore attenzione all’Ente e alla Politica regionale rispetto alla propria condizione lavorativa, dopo anni di attese e promesse mancate.

“Oggi – dice il segretario generale della Cisl Fp di Agrigento, Caltanissetta ed Enna Salvatore Parello – siamo qui a rappresentare la situazione particolare del Comune di Canicattì, che, nonostante la rideterminazione della dotazione organica fatta in seguito alla dichiarazione di dissesto avvenuta circa un anno fa, che ha ridotto da circa 280 a 240 la dotazione organica, conta oggi in servizio solo 135 lavoratori, la maggior parte a tempo parziale. Dipendenti che tra l’altro sono stati anche stabilizzati prima della concessione del contributo da parte della Regione Siciliana e che al momento non ha strumenti finanziari approvati, e non può quindi predisporre un piano dei fabbisogni che si avvii almeno alle esigenze dei cittadini e ha cinque sedi ma non riesce ad aprire gli uffici o a garantire servizi adeguati. Questa situazione deve essere affrontata perché una particolarità nella particolarità che vive questa provincia”.

Per questo quello che i sindacati lanciano è un appello alla deputazione regionale e nazionale affinché modifichi le normative che consentano a questi enti di normalizzare i lavoratori e assumere quelle risorse umane che servono per fronteggiare non solo le emergenze ma anche le sfide come quella del Pnrr.

“Siamo di fronte ad una protesta che si sta diffondendo ormai a macchia d’olio in tutta la provincia – dice Lorella Capellupo, coordinatrice Autonomie Locali della Fp Cgil -. Si parte da Canicattì, si estenderà a Naro, a Porto Empedocle e ad altri centri ed è ormai una realtà pressante. I Comuni oggi sono in seria difficoltà, con la quasi totalità dei lavoratori a tempo parziale, una situazione che sia per servizi che non si riescono a prestare più ai cittadini che per il mancato rispetto della dignità dei lavoratori non è più accettabile”.

“Anche se oggi abbiamo i capelli bianchi – spiega Giuseppe Serio, Rsu Cisl Fp – noi siamo ancora i giovani ex articolo 23. Quando abbiamo firmato i contratti eravamo 356, oggi in totale siamo solo 135. Gli uffici sono al collasso, non riusciamo a rendere i servizi nonostante i lavoratori restino più a lungo del dovuto al lavoro per cercare di dare risposte ai cittadini”.