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Politica

Rischio chiusura Cupa: interventi di Zicari e Bellini

università_agrigentoNutriamo delle perplessità sul Polo universitario e ci piacerebbe avere risposte dalla politica. Pertanto abbiamo scritto questa lettera aperta sul polo di Agrigento, sperando che qualcuno ci risponda“.
Con queste parole il candidato per le primarie del Pd alle prossime amministrative di Agrigento, Epifanio Bellini, e l’esponente dello stesso partito, Roberta Zicari, intervengono per comprendere come sia possibile parlare di chiusura del Cupa.

Ecco cosa scrivono i due esponenti Pd:
Perplessità e dubbi di chi vuole vivere in questa città e non vuole che il Polo venga chiuso. Un paio di anni fa scrivemmo, leggendo lo Statuto del Polo Universitario di Agrigento, che i soci hanno l’obbligo statutario di conferire ogni anno alla struttura circa 900mila euro. Nessuno mi ha mai risposto confutando tale affermazione. Supponiamo che tale cifra serva a ‘coprire’ le spese vive del Polo (il personale amministrativo dovrebbe essere composto da impiegati della Provincia?!?!). Il Polo conta circa 3.000 iscritti (dato appreso dalla stampa); la retta universitaria crediamo costi in media circa mille euro a studente. Ciò vuol dire che il Cupa versa ogni anno circa 3 milioni di euro nelle casse dell’ateneo palermitano, da cui dipende. L’università degli studi di Palermo è, infatti, madre e potenziale carnefice del nostro Polo. È l’ateneo palermitano a decidere le sorti dell’università di Agrigento. In compenso, ci pare di capire, che noi fruttiamo all’ateneo Palermitano circa 3 milioni di euro l’anno. La domanda è: quanto gli costiamo? Perché ci vogliono chiudere? Perché questo consorzio non è mai stato messo nelle condizioni di crescere, di specializzare i suoi corsi, di diventare attrattivo, di sviluppare impresa? Diciamo questo perché il Polo non deve chiudere e non deve diventare oggetto di campagne elettorali. Per amore e rispetto di questa città, che vede nel consorzio non solo occasione di formazione ma anche opportunità di crescita economica, crediamo che la classe politica non solo debba trovare le somme per salvare il Polo, ma anche e soprattutto debba dire perché questo Polo non riesce ad essere economicamente autosufficiente, quali corsi chiudere e quali mantenere, come hanno operato i consigli di amministrazione attuali e passati, come specializzare i corsi che resteranno portandoli ad altissimi livelli, se il polo rientri nel progetto ‘poli tecnici’ ovvero se possa diventare una eccellenza nel campo agro/alimentare o nautico ( vista la recente apertura di un istituto nautico in provincia). Insomma, basta giocare con la testa degli agrigentini e fare campagna elettorale sulle esigenze di un territorio, è arrivato il momento di risollevare Agrigento“.

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