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Regioni ed Enti Locali

Sicilia: addio Province, ecco cosa cambia con i Liberi Consorzi e le Città Metropolitane

provinceDopo l’ok al disegno di legge del governo regionale, sull’abolizione delle Province Regionali, il nodo da sciogliere ora è quello relativo alle competenze, al personale e alle funzioni di un organo che ancora stenta a decollare.

La vacatio che dall’oramai lontano 2013 ha messo in soffitta le 9 province siciliane come le conoscevamo, ha permesso di far conoscere quei Liberi Consorzi che purtroppo si sono contraddistinti, nella fase commissariale, per inattività e mancata programmazione.

“Tempi brevi” aveva promesso il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta; tempi che hanno visto forti contrasti in un dibattito politico che solo pochi giorni addietro ha trovato la “quadra” per una fumata bianca che ora dovrà scontrarsi con una realtà di non facile soluzione.
Primo fra tutti il problema del personale. In questi mesi comitati e assemblee hanno protestato per conoscere il futuro di tante famiglie fino ad oggi in bilico da scelte poco chiare che non hanno nei fatti fatto comprendere appieno e nella sua interezza una riforma frutto di una trasmissione televisiva. Eh sì, perché Crocetta, è bene ricordarlo, promise la soppressione delle Province in Sicilia in quella trasmissione di Massimo Giletti che divenne famosa non solo per il clamore suscitato, ma soprattutto per la pressapochezza che condusse il governo regionale a costruire un castello di sabbia che solo dopo anni riuscì ad avere basi solide.

Doveva essere una rivoluzione, ed invece ad oggi solo un “disastro”. Quel che resta è una riforma dai tanti aspetti bui. L’obiettivo era quello di risparmiare, ma a conti fatti, il rischio è quello che tutto rimanga com’era.

Con l’articolo 1 si istituiscono i Liberi consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, e le Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane viene data facoltà di elaborare i rispettivi statuti.

Il presidente del Libero consorzio comunale è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica. Ad eleggere il presidente della Città metropolitana saranno i sindaci ed i consiglieri comunali, nonché i presidenti dei consigli circoscrizionali. Il Libero consorzio comunale si andrà ad occupare, oltre che delle funzioni delle ex Province (ad esempio ambiente, viabilità ecc…), anche dei servizi sociali e culturali, di sviluppo economico, di organizzazione e sviluppo turistico. La Città metropolitana sarà chiamata invece a gestire le stesse funzioni ed anche l’aggiornamento del territorio, la pianificazione territoriale generale ed urbanistica, il coordinamento dei servizi pubblici locali del territorio, viabilità e mobilità, sostegno ai consorzi universitari.

Ma il problema principale resta quello del personale. Fatto sul quale il governatore Crocetta ha voluto, su propria richiesta, istituire un Osservatorio regionale con compiti di ricognizione delle entrate e delle spese al fine di una ricollocazione delle risorse finanziarie e di quelle umane. Nessun rischio neanche per i precari, almeno nelle intenzioni, per i quali viene estesa l’erogazione del contributo regionale al 100% di quanto già previsto nell’ultima Finanziaria.

Serviranno 90 giorni di tempo, dalla data di pubblicazione della legge, per istituire l’Osservatorio; poi altri 90 giorni per stabilire i criteri con i quali Liberi Consorzi e Città Metropolitane procederanno a rivedere le proprie piante organiche sulla base delle funzioni attribuite. Nel periodo intermedio, il personale continuerà ad operare presso gli enti di area vasta.

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