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Nuove tecnologie

Sicilia, la ripresa economica passa anche dalla banda larga

rete internetNon ci sono alternative: nell’epoca dell’Industria 4.0 e dell’Internet of Things, anche il rilancio economico e produttivo della Sicilia passa inevitabilmente attraverso un articolato processo di innovazione tecnologica nelle imprese dell’isola.

Dopo lo stallo causato dalla crisi economica, infatti, oggi più che mai per rialzarsi bisogna accelerare il passo su questi aspetti, in cui soprattutto le piccole aziende siciliane appaiono ancora arretrate rispetto alla media nazionale.

Indietro su Internet. In particolare, bisogna cambiare rotta sull’utilizzo dei sistemi informatici nei processi produttivi e gestionali, che necessita di ulteriori incrementi, e soprattutto bisogna intervenire anche sul fronte infrastrutturale, provando a migliorare la qualità e la velocità delle connessioni a Internet, studiando ad esempio soluzioni che stanno dando buoni risultati in altre regioni d’Italia.

Allargare la banda. Proprio in questi mesi, la Sicilia è stata al centro del progetto BUL, che intende portare sull’isola la rete di nuova generazione in fibra ottica, abilitando dal punto di vista infrastrutturale alla connettività con banda ultra larga (indicata in sintesi con BUL, appunto) qualcosa come 142 comuni della Regione, per favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. Per realizzare l’intervento è stato previsto un investimento complessivo di circa 106 milioni di Euro, con 73 milioni di provenienza pubblica e 33 di parte privata.

Un piano complesso ed esteso. Secondo quanto si legge nel piano, sono interessate circa 1,25 milioni di unità immobiliari siciliane, che saranno raggiunte da una infrastruttura di rete che abiliterà connessioni fino a 30 Megabit al secondo; questo significa che circa 2 milioni e 300 mila abitanti dei territori e circa 1165 sedi della Pubblica Amministrazione (tra cui scuole e ospedali) potranno beneficiare di tutti i vantaggi di ottenere connessioni infrastrutturali fino a 100 Megabit al secondo. Sempre nello stesso progetto, poi, è prevista la dotazione alle realtà imprenditoriali delle più moderne infrastrutture a banda ultralarga, che possono accompagnare e sostenere lo sviluppo di tutto il territorio.

L’infrastruttura leggera. Numeri importanti, che spiegano quanto possa essere impegnativo (e lungo) completare un tal piano; nel frattempo, come si diceva, in altre parti di Italia si stanno comunque sperimentando modalità alternative per fornire connessioni veloci e stabili ma con infrastrutture per così dire più leggere: è il caso di Eolo, uno degli operatori più innovativi degli ultimi anni, che sta diffondendo le proprie offerte Internet garantendo l’accesso al Web attraverso un sistema wireless che sfrutta le onde radio, attualmente fruibile in 13 regioni dello Stivale.

Le aziende siciliane restano dietro. Investire sull’aspetto della cablatura può essere il primo passo per recuperare il gap e il ritardo che la Sicilia, e in modo particolare le sue imprese, scontano nella digitalizzazione: secondo recenti stime, la connessione a banda larga raggiunge solo il 55,8 per cento delle piccole imprese siciliane, contro il 60,2 per cento del dato nazionale. Ma anche gli stessi imprenditori devono cambiare passo (e percezione): ad oggi, solo una quota inferiore al 60 per cento (per la precisione, 57,4 per cento) delle aziende siciliane cento utilizza software per la produttività individuale, mentre la media di tutta Italia è vicina al 65 per cento. Inoltre, il divario esiste anche guardando chi impiega sistemi automatici di condivisione delle informazioni tra le diverse funzioni aziendali: nell’isola sono il 32 per cento delle aziende, in Italia più del 35.

Colmare il divario. Insomma, attualmente Internet rappresenta (ancora) una grande potenzialità, perché attualmente i suoi servizi e le sue funzioni sono sfruttate poco e male: scendendo più nei dettagli, quasi l’87 per cento delle pmi siciliane usa la posta elettronica come canale di comunicazione, ma allo stesso tempo soltanto la metà delle imprese ha realizzato un proprio sito web e solo il 40 per cento delle realtà produttive investe in pubblicità online.

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