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Sistema pensionistico, una guida su come affrontare le crisi e le sfide del futuro

Il sistema pensionistico in Italia è a grosso rischio. Per più motivi: vuoi perché la vita media si è allungata, vuoi perché le natalità sono al loro minimo storico. Uno scenario di crisi che mette, appunto, sull’orlo del baratro il sistema pensione, che ormai da troppi anni vive in un contesto economico depresso, dove la crescita economica è prossima allo zero.

Per ogni lavoratore interessato, dunque, programmare il proprio futuro pensionistico è sempre più fondamentale. Nasce da qui la necessità di integrare la pensione pubblica, poiché in caso contrario sarebbe difficile, quasi impossibile, mantenere un tenore di vita adeguato, quando si smette di lavorare.

Tanti, troppi i cambi strutturali che non rendono stabile e sostenibile il sistema pensioni in Italia. Qualche dato chiarisce meglio le idee: nell’ultimo cinquantennio si è dimezzato il numero di nati in Italia, mentre i ragazzi alla loro prima esperienza lavorativa cominciano a ventinove anni circa: mezzo secolo fa si cominciava almeno a 23 anni. Di contro si è allungata la vita, passata da 79 a 86 anni di media. Occorre, per resistere, un cambio di rotta drastico.

Lo sostiene con fermezza Paolo Galvani, numero uno di Moneyfarm, secondo cui anche un piccolo risparmio periodico può, nel tempo, costituire un capitale importante su cui edificare il futuro. Dunque, la previdenza integrativa: flessibile e malleabile in base ai risparmi e alle risorse a disposizione.

Con la possibilità, da non sottovalutare, di poter sfruttare un regime fiscale agevolato rispetto a qualsiasi altro strumento poiché lo Stato è il primo ad incentivarne l’adesione, consentendo la possibilità di dedurre dalle imposte i contributi versati annualmente fino a poco più di cinquemila euro: “Sono circa otto milioni gli italiani iscritti alle varie forme di previdenza complementare” – sottolinea Galvani in una intervista a La7.

Significa che questo numero rappresenta il 30% dei lavoratori, tra cui due milioni non regolarmente in conto coi versamenti dei contributi. Fatto che, per Galvani, indica quanto ancora ci sia da fare sul fronte della consapevolezza. Torna in auge il tema dell’educazione finanziaria.

Si tratta di un tema particolare, poiché l’Italia è parecchio indietro rispetto al trend mondiale. Occorrerebbe essere consapevoli di ciò poiché questo avrà conseguenze anche sul futuro: chi non ci pensa oggi, rischia di trovarsi una pensione sensibilmente inferiore rispetto all’ultima mensilità prepensionamento. Occorre sfruttare numerose offerte presenti sul mercato in base alla propria situazione personale, risparmiare in base alle esigenze e scegliersi il prodotto più adeguato a ridurre i rischi e accumulare il capitale.

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