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“Social Gossip. Dalla Chiacchiera di cortile al web pettegolezzo”. Intervista al Professore Francesco Pira

social gossipIl rumor, diventa gossip finisce sui social e magicamente si trasforma in notizia ed il gioco è fatto. I social network hanno aiutato il processo ma il gioco politico è sempre più incline al gossip.

“La linea di demarcazione che separava la scena pubblica dalla scena privata svanisce”. C’entrano i salotti televisivi, i media tradizionali ma soprattutto Facebook, Twitter, Instagram e Youtube. Ad affermarlo due sociologi siciliani, Francesco Pira e Antonia Cava, che hanno pubblicato per Aracne il libro “Social Gossip – Dalla Chiacchiera di cortile al web pettegolezzo” da poche ore in libreria (130 pagine, 10 euro).

Il chiacchiericcio, il pettegolezzo, dal cortile si è trasferito sui social network. Dal pettegolezzo cittadino, alla comunicazione virtuale: ora anche i meno giovani si sono evoluti con l’inarrestabile arrivo in tutte le case del mondo dei più noti social. 

Ne abbiamo parlato con l’autore del libro, il professore Francesco Pira (in foto), 50 anni, amante della sua città d’origine, Licata. È docente di Comunicazione e giornalismo presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina e di Comunicazione pubblica e d’impresa presso lo IUSVE di Venezia e Verona. Svolge attività di ricerca nell’ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi. Saggista e giornalista è autore di numerosi articoli e pubblicazioni scientifiche.

Professore Pira, l’era dei social coinvolge anche il “pettegolezzo”. In epoche passate si fermava ai cortili, oggi invece sembra tutto essere cambiato. Quali le conclusioni del Suo studio sociologico?

Il lavoro complesso di ricerca che abbiamo fatto insieme alla collega, professoressa Antonia Cava dell’Università di Messina, come precisiamo anche nella nota che apre il volume nasce dalla consapevolezza che il pettegolezzo nel tempo ha cambiato forma ed è diventato soprattutto sui social network parte della costruzione dell’identità. Abbiamo scelto di trattare il gossip come formula comunicativa scientificamente interessante e lo abbiamo fatto mettendo insieme le competenze sviluppate da ciascuno di noi negli ultimi anni di ricerca. Approfondendo quindi da una parte come i linguaggi giornalistici si trasformano nel momento in cui il pettegolezzo irrompe nel percorso di produzione della notizia, dall’altra che spazio occupa il pettegolezzo nelle logiche televisive.

Come si è trasformato il pettegolezzo nel tempo?

Il professor Domenico Carzo, ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Messina e componente del comitato scientifico della sezione Processi e Istituzioni Culturali dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia) nella sua introduzione sottolinea come il pettegolezzo è una delle possibili forme in cui incrociare il piacere della narrazione. Sottolinea anche come il pettegolezzo è una storia partecipata, nel passaggio di bocca in bocca si nutre di nuovi elementi, le emozioni dei personaggi mutano in relazione di chi racconta la vicenda. Aggiungo che oggi il linguaggio anche nel pettegolezzo è più veloce, utilizza varie forme espressive (immagini, audio, video) e viaggia su whatsapp e sui social continuamente.

Il “gossip” può senz’altro essere considerata una forma comunicativa. Pensa che vi siano delle differenze sostanziali rispetto alle più comuni forme di comunicazione?

Noi cerchiamo di far vivere ai nostri lettori il passaggio dal rumor al gossip che poi diventa notizia. Il gossip come comunicazione informale riveste uno spazio molto ampio che percorre i sentieri storici, sociologici e politici.

Il pettegolezzo spesso, anche impropriamente, sfocia in “notizia”. Crede che da parte degli organi di informazione vi sia, a volte, troppa approssimazione?

E’ evidente che un’indiscrezione non è fatto, che la verità può emergere come non emergere da un’indiscrezione, ma deve essere corroborata dai fatti. Il modo di fare giornalismo ha subito molte mutazioni nel corso del tempo. Alcune connesse agli strumenti attraverso cui si veicola l’informazione, altre derivanti dal cambiamento della società, dal modo in cui si forma l’opinione pubblica. Questi due livelli non sono separati ma interconnessi. Esiste però un momento storico che ha fatto da spartiacque tra il prima e il dopo, il sexigate Lewinski. Il caposaldo del giornalismo è la verifica delle fonti, la notizia è tale se verificata, se ha un riscontro. Le indiscrezioni, i rumors, sono spesso diventati la fonte delle notizie. Si scrive tutto e il contrario di tutto.

Aspetti personali, vita privata e non solo. Quali altri ambiti coinvolge il “social gossip”?

Provo a rigirarle la domanda: oggi che la nostra vita è quasi tutta on-line quali aspetti non coinvolge il Social Gossip?

Le tv sono oramai piene di trasmissioni basate sul “pettegolezzo”, crede che questo fenomeno rappresenti una involuzione della funzione sociale che dovrebbero avere questo tipo di programmi?

A questa domanda ha risposto la mia collega Antonia Cava nel nostro lavoro rivelando come il pettegolezzo è diventato protagonista dell’informazione televisiva fino ad arrivare ai reality show. Un genere televisivo di grande successo al suo primo apparire che regalava nuove emozioni ai pubblici offrendo la ribalta mediale alla gente comune. La linea di confine tra ciò che è dentro la tv e ciò che avviene fuori dalla schermo sembra svanire.
Antonia Cava parla nel libro del salotti televisivi di oggi. Del pettegolezzo nei talk show.

Ultima domanda: il libro è uscito da pochissimi giorni. Farete delle presentazioni in tutta Italia immagino visto che l’uscita del volume ha avuto ampia diffusione sui media nazionali.

Inizieremo con una presentazione in Rettorato all’Università di Messina il prossimo giovedì 10 marzo. Poi andremo all’Università Federico II di Napoli, alla Sapienza di Roma, in Veneto e toccheremo le maggiori città della Sicilia Palermo e Catania. Stiamo definendo il calendario delle presentazioni. Siamo molto contenti che c’è molto interesse sul volume.

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