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Regioni ed Enti Locali

SP26, lavori mai iniziati: domani il grido di protesta

sp26-bisDomattina, alle 10, sarà il momento della protesta. Abitanti, amministratori, politici, appartenenti alle comunità ecclesiali e perfino il prefetto di Agrigento Nicola Diomede saranno al bivio Tumarrano di

Cammarata-SanGiovanni Gemini per alzare la voce e chiedere interventi immediati sulla disastrata strada provinciale 26, strada che collega i comuni di tre province dell’entroterra (Agrigento, Caltanissetta e Palermo) con la strada statale 189 Palermo – Agrigento.

IL CASO
Era il 1998 quando le sollecitazioni e le proteste dei cittadini portarono l’ufficio tecnico della Provincia Regionale di Agrigento a redigere il progetto di ammodernamento della SP 26, strada che collega i centri montani dell’entroterra sicano con la strada statale 189 Palermo-Agrigento. Vent’anni dopo a nulla sono servite le segnalazioni e gli appelli lanciati dalla popolazione dei comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina: la strada non ha mai subito alcun intervento sebbene i finanziamenti per avviare le procedure siano stati incassati dall’ex Ente Provincia da tempo, mentre i dissesti idrogeologici e l’usura trasformavano il manto sbriciolato in fossa, i dislivelli diventavano smottamenti, i crepacci dirupi.
Oggi la SP 26, unica via di collegamento di un territorio che vede nell’isolamento la sua più grande piaga, è una strada impraticabile e la quotidiana viabilità sia di mezzi leggeri che pesanti “è un attentato alla sicurezza degli automobilisti “ dichiara Carmelo Panepinto, Sindaco di San Giovanni Gemini. Con il passare degli anni le sorti della Strada Provinciale 26 assumono un contorno parossistico: “La storia ha dell’assurdo – aggiunge Liborio Giracello, consigliere di minoranza del comune di San Giovanni Gemini – La Provincia aveva approvato nel 2004 il progetto esecutivo relativo ai lavori di ammodernamento della SP26 per un importo di 2.623.894,61 euro contraendo così un mutuo con la Cassa dei depositi e dei prestiti.
“A seguito del nuovo prezzario regionale – continua Giracello – sarebbe stata necessaria però un’ulteriore somma di 903.704,00 euro, prevista nell’assestamento del bilancio provinciale 2004. Erano perfino iniziate le procedure di esproprio dei terreni utili all’insediamento dei lavori ma nessun tipo di intervento sulla strada dissestata si è mai realmente attivato nonostante la disponibilità finanziaria. Solo sporadiche azioni di contenimento, una sorta di rattoppamento del suolo stradale da spazzare via al primo passaggio di un mezzo pesante, utile più a tamponare la rabbia dei cittadini che a ripristinare un’adeguata viabilità.

UN MUTUO PAGATO A VUOTO
A rendere ancora più paradossale la situazione, la notizia dell’estinzione del mutuo contratto: “Tra qualche mese l’intera somma avuta in prestito per l’avvio dei lavori in attesa da vent’anni verrà finita di pagare interamente. Eppure ad oggi l’ammodernamento della SP26 non è mai iniziato e l’appalto non è mai stato affidato” aggiunge il Sindaco di San Giovanni, che spiega come l’amministrazione Comunale abbia sollecitato la messa in sicurezza di alcuni tratti di strada, divenuti impraticabili, riuscendo ad ottenere dal commissario Straordinario (nota n° 1606 del 12 marzo 2014) l’assegnazione 500.0000 euro. Ma neanche in questo caso non è mai stata avviata la procedura di gara.
In questi 19 anni di attese l’Assessorato Regionale alle infrastrutture e della Mobilità ha collocato la SP 26 al secondo posto nella graduatoria relativa agli interventi urgenti sulla viabilità regionale. Poco dopo la Giunta Regionale con la delibera n. 64 del 2015 ha ricollocato l’opera al decimo posto, motivando in questo modo la scelta: “trattasi di strada con limitazione al traffico e non di strada chiusa”.
Nel frattempo l’Amministrazione Comunale ha indetto una Conferenza dei Servizi presso la Prefettura di Agrigento durante la quale ogni ente ha dichiarato di attivare le procedure in riordine alle proprie competenze, ma ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione in merito. Perfino le comunità ecclesiali si sono fatte carico dei bisogni della propria gente sottoponendo agli organi istituzionali la necessità di una risoluzione definitiva e strutturale con immediata esecuzione e non con soluzioni “palliative”.

LA RISPOSTA DELL’ENTE
Secondo quanto precisato in una nota diffusa in questi giorni dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, sarebbero “impreviste e non derogabili spese per altri investimenti” la causa del ventennale slittamento degli interventi per l’ammodernamento della SP 26, a cui si aggiunge il successivo “subentro del Patto di Stabilità, che ha fatto si che l’ex Provincia, pur avendo a disposizione le somme per effettuare gli interventi previsti, non fosse in grado di bandire la gara d’appalto, pur essendo stato avviato il relativo iter procedurale. Purtroppo i paletti fissati dal Patto di Stabilità sono molto rigidi, e anche negli anni successivi l’Ente si è trovato nella situazione paradossale di avere in cassa somme che non poteva spendere”.

CHE FINE HANNO FATTO I SOLDI
“L’Amministrazione ha il dovere di chiedersi quale destinazione più opportuna hanno avuto i due milioni di euro. E se sono stati spesi, come mai in questo caso non hanno inciso tempi per espropri, revisione del prezziario regionale e patto di stabilità? – è il commento di Panepinto – difficoltà legate al patto di stabilità si parla per la prima volta nel 2014, quando l’allora Commissario della Provincia Regionale di Agrigento, comunica il ritiro del finanziamento di 500.000 euro , destinati alla messa in sicurezza di alcuni tratti di strada , per problemi legati al patto di stabilità. “I lavori non sono stati appaltati per inerzia e responsabilità delle ultime due amministrazioni provinciali rispettivamente guidate dal presidente Fontana e dal presidente D’Orsi”, aggiunge Giracello. “Ecco perché appare indispensabile una forte azione di protesta per scongiurare una situazione di reale pericolo e individuare eventuali responsabilità – conclude il Sindaco Panepinto – Sabato 8 aprile saremo in tanti a chiedere a gran voce a cosa sono serviti quasi tre milioni di euro se la strada provinciale percorsa giornalmente da migliaia di cittadini, ed unica via di collegamento dall’entroterra montano ai più grandi capoluoghi di provincia, rischierà di essere chiusa definitivamente per un progressivo lento disfacimento a cui si assiste immobili da vent’anni. L’appuntamento per il raduno è sabato 8 aprile, alle 10.00, al Bivio Tumarrano. Confido nell’adesione di tutte le comunità dei dintorni. È opportuno programmare tutte le iniziative possibili perché gli organi competenti possano avere la cognizione dell’importanza che l’asse viario SP26 ha per le comunità di San Giovanni Gemini e Cammarata e di come la chiusura di tale strada creerebbe un vero disastro economico e forti difficoltà sociali alle comunità”.

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