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Sviluppo turistico ad Agrigento. Intervista al presidente del Consorzio Turistico Valle dei Templi, Fabrizio La Gaipa

Tempio concordiaPassato Capodanno il comparto turistico inizia già a pensare alla prossima stagione. Agrigento da sempre si mostra il proprio volto di criticità ed opportunità.

Una città la nostra che pur vantando una sua “vocazione turistica” spesso diventa ostaggio di situazioni al limite del farsesco. Ed ecco che il tanto agognato sviluppo turistico diventa, anno dopo anno, un miraggio irraggiungibile.
Ne abbiamo parlato con Fabrizio La Gaipa (in foto), albergatore di seconda generazione e neo presidente del Consorzio Turistico Valle dei Templi.

– Qual è lo stato di salute del turismo agrigentino?
Il comparto turistico di Agrigento esce, ma solo in parte, da un periodo molto difficile. Nell’ultimo anno e mezzo si sono visti dei segnali di ripresa, ma continuiamo a vivere una situazione di una certa precarietà. Basti vedere che molti alberghi, a differenza di quanto non accadesse prima, hanno optato per lunghe chiusure stagionali”.

– Quali sono i motivi di questa seppur minima ripresa?
Agrigento continua ad essere una destinazione debolissima e gran parte del miglioramento degli arrivi e delle presenze derivano da due fattori. Il primo è che la Sicilia esce, dispiace dirlo, rafforzata dalla crisi geopolitica degli altri competitor del bacino del Mediterraneo. I recenti fatti di Tunisia, Turchia, Egitto eccetera hanno fatto sì che tanti scegliessero la nostra Isola. Poi c’è il fatto che la Scala dei Turchi è diventata, assieme alla Valle dei Templi, un attrattore importante che induce una certa quantità di turisti a prolungare il proprio soggiorno”.

– Perché pur avendo due attrattori forti Agrigento è debole come destinazione?
Quando dico che Agrigento è una destinazione debole mi riferisco alla durata dei soggiorni ed alla propensione alla spesa dei turisti. Per spiegarmi meglio: quanti sono quelli che scelgono Agrigento per il proprio viaggio di nozze? Quello della luna di miele è in assoluto il segmento più pregiato del turismo di ogni fascia, ad Agrigento è praticamente assente. Chi vuol spendere non viene ad Agrigento, ci passa magari per vedere proprio la Valle e La Scala dei Turchi, ma di trascorrere quindici giorni qui non ci pensa proprio. Analogamente accade con ospiti di alto livello con grandi disponibilità di spesa. Non hanno neppure dove e come spendere e fuggono verso altri lidi, spesso Malta o Taormina”.

– Ma cosa manca davvero ad Agrigento?
Per fare affari, vivere di turismo, ci vuole un buon prodotto e la sua promozione”.

– Cosa fare per migliorare il “prodotto Agrigento”?
Agrigento avrebbe bisogno di essere ripensata in un’ottica di lungo periodo. La prima cosa è ripensare il suo tessuto urbano. Il primo elemento che si valuta nella scelta di una meta turistica è quello paesaggistico. Bisogna trovare una soluzione, anche spartana, per sciogliere i nodi dell’urbanistica cittadina e ridare estetica ad una città che negli ultimi cinquant’anni è stata letteralmente distrutta. Ci vuole una visione e la forza di realizzarla anche dolorosamente. Nel breve vanno creati e potenziati i servizi e vanno aperti nuovi spazi ai privati. E’ paradossale, ma oggi a bloccare molte iniziative è la mancanza degli strumenti legislativi locali. Manca un servizio taxi efficiente. Hanno fatto il regolamento, ma non esce il bando. Il regolamento per il Noleggio Con Conducente è stato esitato dagli uffici però non è stato ancora calendarizzato dal consiglio comunale. Manca una seria regolamentazione della movida che, diciamolo a chiare lettere, è linfa vitale per la nostra città. Ci vogliono regole per consentire che i locali vivano e prosperino, non per cercare di chiuderli. E poi mancano cose banali ma essenziali come gli orari dei pullman nelle pensiline, dei bancomat nella Valle dei Templi, una cartellonistica segnaletica adeguata, zone di wi-fi libero… e tante altre cose”.

– Questo per migliorare il prodotto e la promozione?
E’ un discorso un po’ tecnico. Chi arriva ad Agrigento, specie se viene da lontano, non percepisce Agrigento come una destinazione a se stante, ma come parte della Sicilia. Vengono in vacanza in Sicilia. Quando il turista ha deciso che la Sicilia fa al caso suo allora comincia a suddividere il proprio tempo a disposizione e le proprie risorse economiche fra le varie destinazioni interne: Palermo, Catania, Taormina, Cefalù, Agrigento eccetera. E’ lì a casa sua, magari due mesi prima della sua partenza che si svolge la competizione per farli arrivare e restare da noi”.

– E come si combatte questa disputa con le altre città siciliane?
Un bel vantaggio lo si ha se il turista conosce Agrigento da prima ed in questo senso ha valore l’attività promozionale di ampio respiro tipo quella che Montalbano ha rappresentato per il ragusano. Poi ha molta importanza quello che il turista trova in rete. Siti internet nella sua lingua che parlano delle bellezze del luogo, documentari, feedback e quant’altro. Poi è anche importante che ci siano dei servizi e delle escursioni già prenotabili e pagabili on-line: servizi efficienti e di qualità”.

– Ci sono questi servizi ad Agrigento, la città è pronta ad un balzo qualitativo?
Non del tutto, non compiutamente, ma ci sono alcune punte d’eccellenza un po’ in tutti i settori, dalla ristorazione all’hotellerie sino ai servizi aggiuntivi come guide ed escursioni, ma siamo molto lontani dall’optimum. Comunque, la concorrenza ha sempre l’effetto positivo di far lievitare la qualità media”.

– I recenti interventi di decoro urbano realizzati anche grazie all’opera della nuova amministrazione comunale, possono rappresentare un inizio per un migliore “biglietto da visita”?
Sicuramente si tratta di interventi che migliorano l’aspetto della cittá anche agli occhi dei suoi visitatori, ma bisogna fare molto di più”.

– A concorrere a governare i processi del comparto turistico da alcuni anni ci sono il Distretto ed il Consorzio Turistico, quali iniziative si stanno portando avanti?
Il Distretto Turistico Regionale Valle dei Templi, dopo un periodo di programmazione, ha avviato una serie di iniziative come la Film Commission, La Strada degli Scrittori, il Progetto Migrantes ed altri. Sono percorsi che hanno già iniziato a dare i propri frutti, ma sono iniziative di ampio respiro e che si dipanano su un territorio che va da Agrigento a Caltanissetta. Il Consorzio che invece un ente privato si sta impegnando in attività più legate al territorio agrigentino. Abbiamo prodotto dei documentari che adesso grazie ad un network di televisioni private dal mese prossimo andranno in onda in tutta Italia. Analogamente stiamo producendo dei brevi audiovisivi multilingue per Youtube destinati ad un pubblico “spot”. Stiamo realizzando anche quest’anno l’iniziativa “Mandorlara – la Sagra del mandorlo a Tavola” che durerà dal mese di febbraio a quello di marzo. Inoltre, stiamo portando avanti delle iniziative volte al potenziamento delle risorse a beneficio delle aziende aderenti e corsi di formazione a beneficio degli agenti delle forze dell’ordine… e tanto altro. Insomma, molta molta carne al fuoco”.

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