Liberare tre dighe della Sicilia dai sedimenti che si sono accumulati nel corso degli anni, ripristinandone così la portata originaria e recuperando consistenti quantitativi d’acqua da destinare a fini potabili e irrigui.
La Regione è pronta ad attuare un Piano per liberare gli invasi di propria competenza dai sedimenti che in oltre mezzo secolo si sono depositati al loro interno, provocando una sempre più accentuata diminuzione della capacità di accumulo.
Torna ad aumentare il livello dell’acqua negli invasi siciliani. È quanto emerge dal report mensile, diffuso dall’Autorità di bacino istituita dal governo Musumeci, sulla situazione delle 25 dighe gestite dalla Regione.
La Regione stanzia 600 mila euro per progettare la gestione e la messa in sicurezza di 8 invasi. A beneficiare delle somme sono le dighe Arancio, Furore, Gorgo Lago, Lentini, Paceco, Ponte Barca, San Giovanni e Santa Rosalia.
Avviata dal governo Musumeci la pulitura di ben dieci dighe gestite dalla Regione Siciliana. La Giunta ha destinato 450mila euro.
Diciassette dighe dell’Isola, soggette oggi a limitazioni di invaso, potranno a breve aumentare di circa il trenta per cento la propria capacità.
Oltre 400 milioni di euro per mettere in piena efficienza le dighe dell’Isola.
Dopo lungo tempo sono stati ripristinati il collegamento e la messa in rete delle acque della diga San Giovanni e di quelle della diga Furore.