La prossima settimana approda al Tribunale del Riesame di Palermo l’inchiesta denominata “Giano Bifronte” condotta dalla Guardia di Finanza di Agrigento e coordinata dalla procura di Agrigento su un presunto giro di corruzione legati all’ottenimento di prestiti agevolati.
Interrogati dal gip Francesco Provenzano due dei principali indagati dell’operazione denominata “Giano Bifronte” condotta dalla Guardia di Finanza di Agrigento e coordinata dal sostituto procuratore di Agrigento, Andrea Maggioni, su un presunto giro di corruzione legati all’ottenimento di prestiti agevolati.
Un quadro sconcertante emerso dalle indagini che ha portato alla definizione dell’inchiesta denominata “Giano Bifronte” su un presunto sistema di corruzione smascherato dalla Guardia di Finanza di Agrigento e dalla Procura della Repubblica.
Prime reazioni dopo l’operazione denominata “Giano Bifronte” della Guardia di Finanza di Agrigento.
Non solo agrigentini, ma anche palermitani e della provincia di Trapani e Caltanissetta. Sono ventotto complessivamente gli indagati nell’operazione denominata “Giano Bifronte” condotta dalla Guardia di Finanza di Agrigento coordinata dal comandante provinciale Fabio Sava.
Ventotto persone indagate, due le custodie cautelari in carcere, cinque gli arresti domiciliari e dieci gli obblighi di soggiorno. Sono questi i numeri dell’operazione della Guardia di Finanza, denominata “Giano Bifronte“, coordinata dal sostituto procuratore di Agrigento, Andrea Maggioni.