Lo scorso 5 aprile la Polizia di Stato di Agrigento, ha eseguito l’ennesimo arresto maturato dall’attività investigativa nota come “Operazione ICARO”.
Si sente male e slitta l’udienza. E’ finito così il processo in atto scaturito dall’operazione antimafia denominata “Icaro” che ieri si è concluso dopo il malore avvertito da uno dei principali imputati che non ha potuto prendere parte all’udienza.
Chieste altre tre condanne nell’ambito dell’inchiesta antimafia denominata “Icaro 2” da parte dei pm della Dda di Palermo.
Chiesta la condanna a 28 anni di reclusione per Antonino Iacono, detto “u giardinisi”, e coinvolto nell’inchiesta antimafia denominata “Icaro“. Stessa richiesta per Francesco Messina ritenuto a capo della consorteria di Porto Empedocle.
Chiesta la condanna a 20 anni di reclusione per Pietro Campo, 63 anni, ritenuto dai pm della Dda di Palermo esponente di spicco della consorteria mafiosa di Santa Margherita Belice.
Udienza ieri nell’ambito del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Icaro” condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Palermo e Agrigento che avevano operato in due “operazioni”.
Fissata l’udienza preliminare nei confronti di 34 imputati coinvolti nell’inchiesta antimafia denominata “Icaro”.
Arresti domiciliari concessi al 42enne di Montallegro, Vincenzo Marrella, coinvolto nel blitz antimafia denominato “Icaro”.
Sono stati notificati dalla Procura distrettuale antimafia 34 avvisi di conclusione delle indagini agli altrettanti indagati coinvolti nell’operazione antimafia denominata “Icaro“.
La Polizia di Stato, nelle decorse ore, ha tratto in arresto Pietro Campo, di Santa Margherita Belice (cl. 52); Ciro Tornatore, di Cianciana (cl. 35); Vincenzo Marrella, di Montallegro (cl. 74), ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e detenzione illegale di armi da fuoco e relativo munizionamento ed altro.