Maxi furto d’olive nelle campagne dell’agrigentino. Quintali di olive trafugate dagli alberi di un appezzamento di terreno in contrada Verdura, nel riberese.
E’ con l’ipotesi di reato di furto che due licatesi di 46 e 51 anni sono stati arrestati dai poliziotti del locale commissariato dopo essere stati sorpresi a raccogliere delle olive da un terreno a loro non appartenente.
Erano stati arrestati con l’accusa di caporalato intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, furto aggravato e impiego di manodopera irregolare.
È tempo della molitura delle olive e sul territorio di Joppolo Giancaxio, in aperta campagna, i Carabinieri del locale Comando Stazione, nell’ambito dei servizi di controllo del territorio predisposti dal Comando Provinciale Carabinieri Agrigento, hanno sorpreso un operaio, mentre spargeva illegalmente su un terreno i reflui risultato della lavorazione delle olive.
I coltivatori di olive gridano a gran voce la necessità di presidiare le loro campagne.
Raccoglievano olive nelle campagne fra Canicattì e Campobello di Licata. In tutto erano nove i lavoratori impegnati nelle operazioni di raccolta, due italiani e sette extracomunitari.
Sono stati convalidati i due arresti nei confronto dei due riberesi di 58 e 43 anni accusati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” ovvero “caporalato”.
L’oro del mediterraneo, l’olio d’oliva, quest’anno in Sicilia sarà ancora più raro e prezioso.
Ancora un frantoio, oggetto di accertamento da parte dei Carabinieri della Compagnia di Licata, è stato sottoposto a sequestro dopo che si è appurato che le acque di vegetazione derivanti dalla molitura delle olive venivano illegalmente sversate in un canale vicino la struttura sita a Naro.