Dopo l’interessamento del Sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, affinché anche la locale banca del sangue potesse essere autorizzata alla raccolta del plasma iperimmune per combattere il Coronavirus, il Direttore UOC Medicina Trasfusionale di Agrigento, Filippo Buscemi ha voluto ringraziare in una lettera il primo cittadino.
“E’ per me una grande soddisfazione oggi constatare come la capacità e lo scrupolo dei nostri professionisti ci metta di fronte a nuove opportunità per i malati, come è sicuramente la praticata della prassi della donazione del plasma iperimmune Covid-19”.
Tutti i Centri trasfusionali della rete sanitaria siciliana possono raccogliere plasma iperimmune ad uso compassionevole da destinare al trattamento di pazienti affetti da Covid-19.
“Già lo scorso marzo, l’assessorato regionale per la Salute aveva mandato ai trenta centri trasfusionali della Sicilia una nota per capire se avevano i requisiti per partecipare al progetto nazionale Tsunami (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2).
“Apprendo da un comunicato della Regione – dichiara l’On.le Carmelo Pullara – che sarebbero stati attivati 8 centri per la raccolta del plasma iperimmune dai pazienti guariti dal Covid-19”.
In Sicilia sono già otto i centri di raccolta del plasma per la cura del Coronavirus autorizzati dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’ assessorato regionale della Salute.
“Da un servizio de Le Iene, in onda giovedì 12 novembre, torna di grande attualità il tema delle terapie per curare l’infezione da SarsCoV2, in modo da evitare l’aggravamento dei pazienti e ridurre la pressione sui sistemi sanitari. Come documentato dalla nota trasmissione tv, dopo uno studio dell’Oms sui farmaci impiegati per combattere il Covid,
Un disegno di legge per istituire, in Sicilia, “una banca dati regionale per le sacche di plasma anti-Covid” e criteri “per velocizzare l’iter di assegnazione delle strutture già in grado di procedere da un lato alla raccolta e alla conservazione, dall’altro alla sperimentazione della cura come è stato fatto in altre regioni”.