“Il contesto criminale della provincia di Agrigento, contraddistinto dalla costante e invasiva presenza di Cosa nostra, dal dopoguerra ad oggi ha subìto una continua evoluzione nel perseguimento degli affari illeciti, spostandosi dall’originario ambito economico agro-pastorale verso settori ben più remunerativi, quali il traffico internazionale degli stupefacenti ed
Controllo del territorio, tramite estorsioni ed imposizione ai commercianti dell’assunzione di amici e parenti, ma anche una nuova grande guerra di mafia pronta ad essere scatenata da almeno 500 “soldati” dell’organizzazione malavitosa.
Non solo Cosa Nostra ma anche la “Stidda” sarebbe ancora presente nell’agrigentino, territorio caratterizzato dalla forte pervasività di associazioni criminali di matrice mafiosa che, anche grazie ad una diffusa situazione di disagio economico-sociale e ad un contesto ambientale in parte omertoso, continuano a trovare condizioni favorevoli.
Dopo la presentazione della Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel secondo semestre del 2017, continuano ad emergere novità per quanto riguarda il territorio agrigentino.
Probabilmente si tratta di un agguato di mafia. E’ quanto accaduto nella serata appena trascorsa a Palma di Montechiaro, dove Diego Provenzani è stato vittima di un attentato nella zona di “Marina di Palma”.