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Tragedia a Ravanusa, si continua a scavare sotto le macerie: si cercano i due dispersi

Si continua a scavare sotto le macerie di quel che resta dopo l’esplosione avvenuta nella serata di sabato scorso fra le vie Trilussa e Galilei a Ravanusa.

Sono due i dispersi, padre e figlio, che mancano ancora all’appello dopo le sette vittime accertate. Gli uomini dei Vigili del Fuoco lavorano incessantemente per trovare i due uomini dopo che sarebbe già stata individuata l’area dove probabilmente si trovano.

Passano le ore e si cerca ancora di capire l’esatta causa della tragedia. Una fuga di gas che – molto probabilmente – sarebbe stata alla base dell’esplosione che ha danneggiato diversi edifici del quartiere. Secondo alcuni era da giorni che in quelle vie si sentiva un forte odore di gas; una situazione che – ancora tutto da verificare – qualche residente avrebbe anche denunciato e che sarebbe stato oggetto – nei giorni scorsi – di un intervento da parte della società addetta. Bisognerà ora capire se la segnalazione è stata effettivamente fatta alle autorità preposte; al momento sembrerebbe che non vi siano state segnalazioni ufficiali in tal senso né ai Carabinieri, né al Comune o alla società addetta.

I militari dell’Arma dei Carabinieri stanno acquisendo documenti utili per le indagini al fine di ricostruire quanto accaduto. Solo cinque giorni prima l’esplosione la società avrebbe effettuato un intervento di manutenzione ordinaria che non avrebbe rilevato delle criticità. Tutto ora è in mano agli investigatori e agli inquirenti e spetterà loro fare luce.

Anche sulle cause dell’accumulo di gas nel sottosuolo, che avrebbe creato una “bolla” prima dell’esplosione, tutto è ancora da accertare; nessuna ipotesi – al momento – può essere esclusa, compresa quella di una possibile frana o la presenza di una cavità sotterranea. Solo ipotesi che verranno chiarite dopo la conclusione della fase di ricerca dei dispersi.

Le operazioni di ricerca, hanno ribadito i Vigili del Fuoco, andranno avanti fin quando tutti i corpi non saranno stati trovati. Poi si passerà alla rimozione delle macerie per arrivare ad individuare il punto in cui c’è stata la probabile rottura della tubatura. Una fase che si aprirà con un nuovo sopralluogo degli organi preposti e che di fatto sarà il primo passo dell’inchiesta per individuare eventuali responsabili della tragedia.

Intanto, nel pomeriggio di ieri l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, ha celebrato una santa messa per mostrare la vicinanza della Chiesa agrigentina. “Dobbiamo vivere questa grande sofferenza con la fede, non c’è venerdì santo senza la Pasqua di resurrezione – ha detto l’arciprete don Filippo Barbera – . Non possiamo fare un Natale come se nulla fosse, c’è un intero quartiere devastato”.

 

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