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Editoriali

Un anno fa la manifestazione contro “Gettonopoli”: Agrigento non dimentica

comune agrigento gettoniUn anno, 52 settimane, 365 giorni, 8760 ore, 525600 minuti, 31536000 secondi. Tanto è trascorso da quella fatidica data del 3 febbraio 2015, giorno in cui migliaia di agrigentini scesero in piazza per manifestare contro quello scandalo che ancora oggi sembra essere oggetto prediletto dei talk-show nazionali per parlare di sprechi e mala politica.

Parliamo di “Gettonopoli“, ovvero lo scandalo nato dopo il “caso Commissioni” al Comune di Agrigento. Ben 1133 sedute di commissioni consiliari nell’anno 2014 che ha scatenato l’ira degli agrigentini e non solo. Un costo che superava i 290 mila euro annui per il pagamento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali.

Un anno esatto dove migliaia di agrigentini, dopo i servizi televisivi di “Ballarò” e “L’Arena”, scesero in strada per partecipare ad un lungo corteo che servì ad esprimere dissenso verso quella politica che nei fatti aveva contribuito a relegare Agrigento fra le ultime città d’Italia.
Furono soprattutto i giovani a partecipare a quella manifestazione; un dato che per Agrigento suonò come la “ribalta” dopo anni e anni di continue vessazioni. Un territorio “amato” e “dannato”, le cui potenzialità di sviluppo economico sono sotto gli occhi di tutti, ma sulle quali poco o nulla è stato fatto per rendere la città dei Templi al passo coi tempi.
Agrigento aveva bisogno di “rinascere”, e la manifestazione organizzata da quel gruppo di persone, sotto il nome di #AgrigentoManifesta, segnò lo spartiacque di quello che oggi potremmo definire una Agrigento 2.0.

Con lo slogan #Noisiamoaltro il corteo rappresentò l’inizio di una nuova stagione; quella stagione che forse solo grazie al coraggio di migliaia di cittadini oggi sembrerebbe essere iniziata. Anche grazie a quella manifestazione, si maturò la decisione in molti dei Consiglieri Comunali appartenenti alla precedente amministrazione di dimettersi. Fatto che fece decadere il civico consesso agrigentino e portò, da lì a breve, a nuove elezioni, nel frattempo già decise, dopo le dimissioni dell’ex sindaco Marco Zambuto.

Gettonopoli“, un epiteto che fu associato all’abuso di sedute convocate di Commissioni Consiliari: in media c’erano 3 riunioni al giorno. E poco importa se la “democrazia” ha permesso anche a qualcuno appartenente a quel Consiglio Comunale di essere ricandidato e rieletto. Ovviamente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio; fra queste persone vi sono anche persone e uomini politici che hanno operato nell’interesse della città e lo hanno fatto onestamente e senza alcun tornaconto, ma è un dato indiscusso che “Gettonopoli” rappresentò l’inizio di una Agrigento vista come icona dello spreco e dell’abuso in politica. Analisi che più che far avvicinare i cittadini alla politica, ha alimentato odio e disprezzo verso un malcostume cui ancora oggi ne piangiamo le conseguenze.
È trascorso un anno, dicevamo, un tempo lungo che ha permesso ad ognuno di noi di riflettere sul perché Agrigento è stata da sempre considerata terra “dannata”. Ma fra le tante polemiche, forse un ringraziamento va anche a ciò che è stato lo scandalo “Gettonopoli”. Senza di esso non vi sarebbe mai stata una indignazione popolare così sentita; una indignazione che forse qualcuno ancora oggi non fa propria tentando di barricarsi dietro uno “scontro” ideale e politico contro tutto e tutti. Pirandello direbbe: “così è se vi pare”. E a noi, onestamente, pare che per qualcuno “Gettonopoli” non sia mai esistita.

Oggi è iniziata una nuova stagione politica e con essa è partita la speranza di una Agrigento migliore!

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