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Cronaca Spalla

“Verificatori dell’Enel corrotti”: parte il processo scaturito dall’inchiesta “Alta tensione”

Entra nel vivo il processo scaturito dall’inchiesta denominata “Alta tensione” che ipotizza un giro di furti di energia elettrica con la complicità di alcuni verificatori Enel.

Parte infatti con il dibattimento, l’ammissione delle prove e la fissazione della prima udienza il procedimento che vede coinvolti, in particolare, due verificatori Enel agrigentini accusati di varie ipotesi di corruzione, atti contrari ai doveri d’ufficio, furto, truffa e omissione di atti di ufficio.

In tutto sono venti gli imputati. L’indagine, come si ricorderà, fu condotta dai militari dell’Arma dei Carabinieri che accertarono furti di energia elettrica ai danni dell’Enel con la complicità, in alcuni casi, degli stessi verificatori.

Un presunto sistema collaudato quello degli allacci abusivi attraverso il cosiddetto “sorcio” o il semplice magnete che serviva a “rallentare” o a bypassare il contatore per l’esatta verifica del consumo energetico. In particolare, l’indagine era scaturita da una denuncia di un commerciante per una possibile tentata estorsione, che ha poi permesso ai militari dell’Arma di scoprire un vero “mondo sommerso” nell’ambito dei furti di energia elettrica in provincia di Agrigento. Enel, come era stato più volte sottolineato dai militari dell’Arma dei Carabinieri, è parte lesa di un sistema di presunti raggiri.

Nel corso dell’ultima udienza sono stati ammessi i mezzi di prova il prossimo 23 settembre saranno ascoltati i primi testi.

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