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“Vestire gli ignudi”, un successo che rinnova il linguaggio della scena

vestire-gli-ignudi“Un teatro deve seguire ma, soprattutto, precedere i tempi. L’artista non spiega e di rado dà risposte, ma intuisce i cambiamenti, le trasformazioni, altrimenti è un teatro inutile. Noi cerchiamo, al contrario, di fare un teatro necessario”.

A parlare, nei camerini del Teatro Pirandello di Agrigento, dopo la messa in scena di “Vestire gli ignudi” è il regista ed interprete dello spettacolo Gaetano Aronica.

L’artista agrigentino supera se stesso e, dopo il successo di “Vestire gli ignudi” dello scorso anno (lo spettacolo, prodotto dalla Fondazione Teatro Pirandello, è stato campione d’incassi del cartellone 2016/2017 dell’omonimo teatro), porta in scena un nuovo ed originale adattamento teatrale della commedia scritta da Luigi Pirandello nel 1922.

Aronica è molto attento alle sfumature drammaturgiche, alla “parolatura” ed è un raffinato osservatore del mondo di ieri e di oggi. Il risultato è un noir elegante ed originale, quasi cinematografico, “girato” ad una sola inquadratura in chiaro stile hitchicockiano.

Il cast, poi, capitanato da un insuperabile Andrea Tidona nel ruolo del vecchio romanziere Ludovico Nota, è di altissimo livello. Tutti agrigentini gli attori: Vittoria Faro nel ruolo di Ersilia Drei, Barbara Capucci nel ruolo della signora Onoria, l’affittacamere, Stefano Trizzino in quello del giornalista Alfredo Cantavalle e Fabrizio Milano nel ruolo del Tenente di Vascello Franco Laspiga. Mentre, Aronica, ritaglia per se stesso il ruolo del console Grotti.
Il regista scruta, analizza le coscienze in un lavoro introspettivo che coinvolge ed incuriosisce gli spettatori che, emotivamente, verranno risucchiati nella scena. Il pubblico si immedesima nella storia tanto da sentirsi ingannato dalla protagonista. Avverte per essa compassione e, poi, ribrezzo. Si trasforma, infine, in un giudice pronto ad emettere la sentenza.

“Vestire gli ignudi” è un’indagine profonda sul voyeurismo morboso che infetta la società contemporanea ed Aronica accende i riflettori “sulla donna, sulla violenza e sulla nuova donna che non vuole essere più vittima”.

Riesce, così, a tratteggiare due figure femminili credibili e con una forte carica emotiva ed espressività fisica: Ersilia Drei, una donna travagliata che non ha mai trovato la forza di un riscatto sociale; la signora Onoria, un personaggio controverso, inizialmente diffidente, poi complice ed, infine, carnefice di Ersilia: “Questo teatro, spiega ancora Aronica – trasforma le coscienze e si trasforma con esse. Ed è appunto necessario”.

“Vestire gli Ignudi” è “Uno, nessuno e centomila” storie. È una storia di sesso: Ersilia Drei è una donna fragile contesa ed usata da diversi uomini, ma non solo: sulla scena un bacio saffico tra Ersilia e Onoria lascia trasparire una certa attrazione tra le due donne.

Ma è, anche, una storia di potere, visibilità mediatica e di spettacolarizzazione della sofferenza: una sorta di “Grande Fratello”. Così, la scenografica finestra che traspare come un velo su una umanità ferita diventa il “confessionale” di un reality show, la stanza, cioè, dove Ersilia si scopre ai suoi carnefici e si libera, con la morte, delle sue paure. Un finale shakesperiano che colpisce profondamente, merito anche dell’interpretazione di un’ottima Vittoria Faro che ricorda molto Mariangela Melato in un adattamento del 1985della stessa commedia.
Gaetano Aronica è un maestro nel dirigere gli attori ed a tratteggiare la drammaticità, le sfumature e la complessità dei personaggi.

Il “Vestire gli ignudi” prodotto dalla Fondazione Teatro Pirandello è, in definitiva, un importante lavoro teatrale innovativo, un teatro “necessario” che sorprende per la straordinaria capacità registica di rinnovare il linguaggio della scena perché, come ha scritto Peter Brook:”Il teatro non ha categorie, ma si occupa della vita. È il solo punto di partenza, l’unico veramente fondamentale. Il teatro è la vita”. Gaetano Aronica è un regista a cui è necessario prestare attenzione.

Lo spettacolo il 22 dicembre scorso ha chiuso ad Agrigento le celebrazione per il 150esimo anniversario della nascita di Luigi Pirandello e andrà in tournee nei principali teatri italiani.

Luigi Mula