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Viadotto Morandi ad Agrigento: quegli interventi chiesti da anni

Se il crollo del ponte Morandi a Genova ha inevitabilmente inaugurato una nuova riflessione sullo stato delle infrastrutture in Italia, il riferimento con il viadotto Akragas di Agrigento sembra il primo anello di congiunzione con la tragedia in Liguria.

Le condizioni del viadotto agrigentino sono oramai sotto gli occhi di tutti soprattutto dopo le denunce dell’associazione ambientalista Mareamico Agrigento che portò alla chiusura al traffico veicolare nel marzo del 2017 per interventi di manutenzione in attesa di un più consistente progetto di consolidamento.

Denunce che però, a ben vedere, sembrano non essere state le uniche. Già nel luglio del 2014 i consiglieri comunali Gerlando Gibilaro e Michele Mallia avevano sollecitato formalmente all’Anas, dopo il crollo del viadotto “Pedulla”, tra Ravanusa e Licata, di eseguire “idonei interventi di manutenzione tendenti alla verifica della stabilità e quindi della sicurezza del tratto viario citato, al fine di evitare eventuali rischi per la collettività”. Ciò in considerazione del fatto che – come sottolinearono all’epoca gli stessi consiglieri – probabilmente sia il progettista che la ditta che ha eseguito i lavori della infrastruttura crollata, risultano essere gli stessi che avevano realizzato il Viadotto “Morandi” che collega la città di Agrigento alla frazione di Villaseta, realizzato anch’esso nello stesso periodo.

Un intervento volto a sollecitare adeguate misure che fu riproposto dallo stesso Gibiliaro nel 2015, quando tornò sul “problema” chiedendo notizie sulla stabilità del viadotto. Gibilaro affermò: “Ricordo che dall’Anas mi risposero che era tutto a posto. Adesso ho il timore che l’Anas non riaprirà più il viadotto Morandi. Ne sono certo. La genesi della cintura attorno alla città di Agrigento (ponte Morandi-Manfredi) va ricercata nella modifica del decreto D.m. 16.5.68 occultante del D.a. 23 dic 1968 n.567 e D.m. 12.5.1957 contenuto nell’art 157 comma primo lettere b, c codice dei beni culturali) in Misasi Lauricella 71/71“.

Nessuna tragedia, fortunatamente, ad Agrigento, ma sembrano tante le analogie con il ponte di Genova con i tanti “se” che hanno alimentato il dibattito politico degli ultimi anni.

Mantenere in vita la struttura con un adeguato intervento di consolidamento o cercare nuove soluzioni? Un interrogativo che sembra essere tornato di “moda” e che si spera possa in breve tempo portare ad una definitiva soluzione.

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