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Acqua pubblica: il Sindaco di Aragona, Salvatore Parello partecipa alla riunione dei sindaci agrigentini a Joppolo Giancaxio

Il Sindaco di Aragona, Salvatore Parello, ha partecipato, ieri sera, al centro sociale di Joppolo Giancaxio, all’incontro tra i sindaci dell’agrigentino per discutere, commentare e analizzare la recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale della cosiddetta riforma dell’acqua pubblica.

La riunione è stata molto partecipata e, nel corso del dibattito, è emersa la delusione dei sindaci che si sono ritrovati a gioire, in un primo momento, nell’estate del 2015 per la legge votata dall’Ars, e impugnata dal Governo nazionale in un secondo momento. I sindaci hanno manifestato amarezza anche nei confronti del Governo regionale reo di non avere impugnato e difeso quella stessa norma che lo stesso Governo regionale aveva per certi aspetti voluto su pressione dei sindaci, soprattutto dei sindaci “ribelli”, che non avevano ceduto le reti idriche. Il sindaco di Aragona, Salvatore Parello, dichiara: “Noi sindaci dell’Agrigentino abbiamo dalla nostra parte un vantaggio. Mi riferisco all’Ati, l’assemblea territoriale idrica, che è stata costituita ed è governata da un consiglio d’amministrazione di sindaci e da un’assemblea di sindaci. Riteniamo a questo punto che probabilmente il Governo regionale verrà avanti con i commissariamenti su pressione dei gestori privati. Pero abbiamo dalla nostra parte questo strumento importante e lo attueremo. L’Assemblea territoriale idrica di Agrigento si riunirà venerdì prossimo, 12 maggio, per decidere e definire quali devono essere le azioni da intraprendere. Nell’incontro al centro sociale di Joppolo Giancaxio è emersa, in maniera forte, la volontà dei sindaci ribelli di non cedere le reti, ma, soprattutto, è emerso il fatto che seppur la Corte Costituzionale in alcune parti ha cassato la legge, resta pur sempre la norma 19/2015 che in molti suoi aspetti stabilisce la gestione pubblica delle reti idriche. Siamo convinti che bisogna andare avanti ed è necessario farlo per poter mantenere fede a quello che è stato il risultato importante del 2011 in merito al referendum sulla gestione pubblica delle reti idriche che vide il 99% degli italiani dire “Sì” alla gestione pubblica delle reti”.

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