Secondo ciò che emerse dalle indagini i due avevano creato un vero e proprio business attorno alle verifiche che avrebbero dovuto effettuare in diversi esercizi commerciali, cui chiedevano soldi in cambio di un loro atteggiamento magnanimo. Uno dei due verificatori, avente come restrizione l’obbligo di dimora ad Agrigento, sarebbe stato messo in libertà.
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