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Antonello Laneri: Caro Davide Baiocco… ti scrivo

Caro Davide,
scusa se ti ho coinvolto in questo progetto ‘Akragas’ che insieme avevamo sposato un anno fa quando finita la stagione al Siracusa avevamo deciso insieme di ripartire con entusiasmo da Agrigento.

Sembrava tutto fantastico, la gente calorosa seppur con i soliti problemi di percorso durante il nostro campionato. Ti chiedo scusa, perchè anche se abbiamo vinto il campionato, ti ho fatto conoscere gente che pensavo fosse degna del tuo nome. Scusa se quel nostro sogno di far crescere quel progetto non è andato a buon fine. Scusa, ti avevamo promesso che avremmo iniziato la stagione costruendo la squadra su di te.

Ma non ci sono riuscito perchè il mondo a volte non è tutto come lo vorresti.. esistono persone che vogliono costruire ed altre che provano piacere nel demolire. Scusa se quelle persone che abbiamo conosciuto insieme ci hanno girato le spalle dopo avergli dato la nostra professionalità e competenza. Scusa se avevo contribuito ad alimentare il tuo sogno di una città sportiva ma a quanto pare non hanno apprezzato la tua esperienza maturata nel corso di una brillante carriera. Ti chiedo scusa per nome loro dopo tutto ciò che hai fatto non sei stato nemmeno avvisato con una telefonata per dirti che non saresti stato più parte del progetto.

Ti ringrazio invece per l’ennesima fiducia che hai avuto nei miei confronti. Ti ringrazio per esserti fatto apprezzare per le tue doti tecniche ed umane durante la tua permanenza in questa città. Non era facile andare a giocare in questi campi dilettantistici ma ti sei fatto apprezzare per la tua umiltà non rinunciando mai ad un saluto, un abbraccio o ad una foto con un tifoso delle squadre avversarie uscendo sempre dal campo fra gli applausi ed elogi. Hai dato lustro alla tifoseria agrigentina dimostrando sul campo di essere un ragazzino. Grazie per aver onorato la maglia bianco-azzurra.

Grazie ancora per aver onorato la città di Agrigento essendo sempre presente in ogni evento di beneficienza. Il valore umano che più mi ha colpito è la tua umiltà. Ricordo, infatti, un episodio che mai dimenticherò: mentre ti trovavi a Brescia e non c’era allenamento tu sei sceso a Palermo per andare a presidiare un’ospedale dove c’era ricoverato il nostro piccolo tifoso Ballacchino. Oggi il nostro piccolo tifoso sappi che è guarito e forse lui stesso ha fatto tesoro del tuo insegnamento che indirettamente hai dato a lui ed a tutti i bambini presenti. Grazie grazie ed ancora grazie, sono fiero ed onorato di avere incontrato un fratello nel mio percorso di vita.

Cari saluti, Antonello Laneri.

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