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Emergenza Coronavirus e Fase 2, imprenditori del settore grandi cerimonie scrivono a Mattarella, Conte e Musumeci: “preoccupati per le disposizioni in arrivo”

Sono seriamente preoccupati per il futuro delle loro aziende e per questo hanno scritto una lettera-appello al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, al Governatore della Regione Siciliana e alle autorità in queste ore chiamate a decidere sulla riapertura delle attività dopo la quarantena pandemica.

Sono un gruppo di imprenditori del settore grandi cerimonie, sale banchetti e più in generale del wedding, che ritengono di non essere stati sufficientemente attenzionati in relazione alle misure per il contenimento dei contagi che si dovranno adottare alla ripresa.

Le misure così come ipotizzate, non consentirebbero la riapertura di tante strutture preposte alla celebrazione di banchetti di nozze con centinaia e centinaia di invitati. Nella lettera-appello gli imprenditori del settore chiedono, prima di varare norme e provvedimenti, di essere ascoltati per cercare di trovare assieme le soluzioni che consentirebbero la riapertura delle attività senza incorrere in quelle ripercussioni economiche che porterebbero alla chiusura definitiva delle loro aziende.

Ecco il testo della lettera-appello:

Gentilissimo,
chi Le scrive è un gruppo di imprenditori del comparto grandi eventi e matrimoni che da lavoro a centinaia e centinaia di dipendenti, promuove il Territorio dove opera e produce benessere diffuso.
Ci rivolgiamo a Lei perché, mai come adesso, il futuro del nostro comparto dipende dalle misure che verranno messe in campo e che, in questo momento, sembrano non prendere in dovuta considerazione le nostre speranze finalizzate alla riapertura delle strutture tra le più importanti in Italia.
Operiamo nel settore da svariati decenni e nelle nostre sale matrimoni, ogni anno vengono ospitati banchetti e cerimonie di nozze con la presenza di centinaia di invitati. Siamo preoccupati per le disposizioni in arrivo che di fatto impedirebbero il prosieguo delle nostre attività. A differenza dei normali locali, ristoranti e trattorie con un numero ben individuato di coperti, le sale banchetti da sempre sono frequentate quasi giornalmente da centinaia e centinaia di persone al seguito dei festeggiati. E il distanziamento sociale, così come molte altre norme di contenimento dell’epidemia ipotizzate, diventano pressoché impossibili da attuare.
Noi siamo coloro che trasformano i sogni in realtà. Siamo coloro che accolgono, servono, cucinano e sovrintendono ai momenti di gioia di tantissime giovani coppie che convolano a nozze e che festeggiano con i loro numerosi invitati. E il rito della festa di matrimonio è un evento unico e antico al quale nessuno vuole mancare. Noi siamo in sostanza i professionisti del Wedding. Rappresentiamo quel settore merceologico attorno a cui ruota un fatturato notevole. E di cui ancora nessuno parla.

Di cui non c’è traccia nei Decreti, nelle bozze delle fasi di ripresa. Siamo, a tutti gli effetti, un pilastro dell’economia locale, un volano per la promozione siciliana che affonda le proprie radici nelle tradizioni e nella cultura; e che negli eventi ha il suo cuore pulsante.
Abbiamo smesso di lavorare come ci è stato chiesto. Lo abbiamo fatto con diligenza e rispetto, tenendo a cuore le sorti del nostro Paese e della sua gente. Lo abbiamo fatto in questi mesi che per noi sono quelli più importanti dell’anno, quelli in cui generiamo gran parte del nostro fatturato: le chiusure di marzo ed aprile hanno azzerato il nostro fatturato e purtroppo siamo stati costretti ad annullare cerimonie fino a tutto il mese di luglio e gran parte di agosto.
Il nostro è un lavoro di programmazione, dove tutto si organizza con largo anticipo. Questi mesi che lavorativamente non stiamo vivendo, ci vedono costretti ad uno slittamento di molti dei nostri eventi al 2021. Se si allontanano gli eventi, si allontanano anche i nostri incassi.
Non possiamo permetterci di affrontare un anno “sabbatico” visti tutti gli investimenti fatti e gli impegni economici che abbiamo già preso con i nostri fornitori, gli impiegati a cui dobbiamo garantire uno stipendio dignitoso senza contare i tributi e le imposte da saldare.
Abbiamo bisogno del Suo aiuto. Ci aiuti a capire come potremmo ricominciare a lavorare. E se non potremo tornare a festeggiare, perché gli assembramenti dovranno essere evitati, allora chiediamo di trovare delle soluzioni che ci consentano di continuare ad ospitare centinaia di persone nel rispetto delle regole senza dover gioco forza chiudere le nostre attività.
Chiediamo di essere ascoltati per trovare misure che ci possano aiutare ad andare avanti, che non ci facciano sentire abbandonati, che non ci costringano ad abbassare le saracinesche delle nostre aziende. Noi non vogliamo chiudere, noi vogliamo rinascere con il nostro Paese.
Esistiamo anche noi. Noi che, come gli altri, abbiamo contribuito a rendere grande questo Paese. Noi che raccontiamo il bello, rappresentiamo l’arte, la creatività, la storia, la cultura d’Italia. Noi che siamo un motore per l’economia che non può essere fermato. Confidiamo in Lei“.

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