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Favara, non c’è accordo: lo sciopero dei netturbini continuerà senza fine mai

Il Comune non ha soldi per pagare le fatture alle imprese, queste ultime hanno già anticipato oltre il dovuto. I netturbini, dal canto loro, non hanno nessuna intenzione di ritornare a lavorare senza aver prima percepito gli stipendi arretrati.Gli operatori ecologici hanno tutte le ragioni di questo mondo, considerato anche e soprattutto che il fenomeno del ritardato pagamento delle retribuzioni si ripete da molti anni e con una costanza quasi trimestrale. Questi lavoratori, praticamente, vivono da anni i disagi di pagamenti non regolari nel tempo. Per sopravvivere si sono addebitati e hanno raschiato il fondo del barile di familiari e amici non più disponibili a soccorrerli economicamente.

Intanto, disperati lo sono anche i cittadini di Favara costretti a vivere con i rifiuti in casa e per le strade. Vero è che a produrre il disservizio è il 72 per cento di cittadini che non pagano la Tari, ma è pur vero che continuando di questo passo la percentuale aumenterà per protesta.

La situazione è drammaticamente sfuggita di mano e Favara è nel totale caos. Lo dice la stampa, chi altri grida l’allarme della società favarese?

Ecco cosa ci dice l’assessore al Bilancio comunale, Laura Maggiore: “La situazione oggi desta molte preoccupazioni anche all’amministrazione comunale. L’ente locale deve ancora percepire da parte della regione i trasferimenti del saldo 2020 e non ha ancora percepito la trimestralità del 2021 da parte della Regione e dello Stato”.

“Il 13 gennaio – continua l’assessore – è stata impartita una direttiva agli uffici per emettere l’acconto tari del 2021 e consentire a chi può pagare di fornire la liquidità ai comuni per pagare le ditte e gli operatori. Abbiamo innescato molte azioni per il recupero delle tasse non pagate dai cittadini. Ho avuto modo di leggere che qualcuno ha l’errata convinzione che i cittadini morosi non siano censiti dagli uffici. Errato. Ai morosi vengono inviati non solo i solleciti di pagamento, comprensivi delle sanzioni, ma nel caso di mancato pagamento anche di queste il ruolo viene trasmesso a riscossione Sicilia che oggi, come ente dell’agenzia delle entrate, ha i poteri di riscossione coattiva che l’ente non possiede”.

“A ciò si aggiunge il fatto che con la situazione pandemica in molti hanno perso il posto di lavoro o le attività hanno persino chiuso (basti guardare piazza Cavour) alcune per non riaprire più e la cittadinanza già provata dal fatto di non avere idea di futuro ha iniziato a contribuire al pagamento sempre meno”.

I favaresi invocano la legalità, ma vogliono vedere lo Stato che tutela i loro diritti difendendo il loro diritto alla salute, al rispetto per l’ambiente e, sinteticamente, di cittadini italiani.

fonte SiciliaOnPress

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