Il Tribunale di Agrigento ha infatti ritenuto il Bellavia, coinvolto nell’operazione “Camaleonte” nel 2007, colpevole di intestazione fittizia di beni aggravata dall’avere favorito la mafia.
Secondo le stesse dichiarazioni rivelate da Di Gati, il favarese insieme alla moglie Paola Cipolla assolta dal Tribunale, facevano da prestanome allo stesso boss. Ora arriva la condanna a quattro anni di reclusione per Bellavia e l’assoluzione alla moglie.