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Acque irrigue come petrolio, rincaro per gli agricoltori

L’acqua tema sempre protagonista della vita degli agrigentini. Un bene di cui sembra non avere diritto la popolazione della nostra provincia. Oggi ad essere colpiti sono gli agricoltori che hanno subito un rincaro per le acque irrigue.

Quest’aumento, ammontante a 4 centesimi in più al metro cubo, è stato imposto arbitrariamente e senza seguire le linee guida dell’assessorato regionale dell’agricoltura, dal Consorzio di bonifica Ag 3. Questo è quanto denunciato da Ignazio Gibiino, presidente della Sezione Coldiretti di Naro.

“Si tratta di un rincaro rispetto ai 15 centesimi al metro cubo fissati dalla finanziaria ma soprattutto“ afferma Ignazio Gibiino “questo aumento per il consorzio ha un effetto retroattivo e non si capisce in base a quale normativa”.

“Per l’agricoltura di Naro – prosegue – la diga San Giovanni consente ottenere un alto valore aggiunto in aree che, altrimenti, sarebbero destinate al semplice seminativo, però il settore non può farsi carico dei costi faraonici che il consorzio deve sostenere, alla luce anche dell’autofinanziamento entro il 2020. L’acqua è un elemento indispensabile per diversificare le produzioni e far sì, che i giovani, così come stanno facendo, tornino ad investire nei tanti comparti agrigentini. Non si possono ridurre le potenzialità economiche degli agricoltori a causa dell’irrigazione. Del resto – conclude Ignazio Gibiino – se dopo anni di polemiche, di attese, di manifestazioni non si riesce a risolvere il problema idrico, la colpa non è certo degli agricoltori”.

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