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Arsenale alla James Bond in possesso di Massimino e nipote: difesa chiede la non utilizzabilità delle videoriprese

Sarebbero state utilizzate nell’ambito di altro procedimento. Per questo, la difesa rappresentata dall’avvocato Salvatore Pennica, ha chiesto la non utilizzabilità delle videoriprese nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto l’agrigentino Antonio Massimino e in nipote Gerlando, arrestati lo scorso 6 febbraio poiché trovati in possesso di un piccolo arsenale nella villa del 50enne.

In particolare, per il nipote del più noto Antonio, la difesa ha evidenziato ieri al Tribunale del Riesame “l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza”.

Chiesto altresì l’annullamento del provvedimento emesso dai giudici.

Come si ricorderà, Massimino, conosciuto negli ambienti giudiziari poiché condannato per associazione mafiosa nelle inchiesta “San Calogero” e “Akragas”, è finito nei guai con il nipote dopo che i militari dell’Arma dei Carabinieri mercoledì scorso è stato trovato in possesso di un’arma da fuoco, una pericolosa semiautomatica calibro 7,65, con la matricola totalmente abrasa, caricatore completo di sei cartucce inserito e pronta all’uso. Vicino al “ferro”, i militari hanno anche trovato circa 200 cartucce di vario calibro, e infine due penne pistola calibro 6,35, uguali a quelle viste nei film degli 007. Infine, ben nascosto, è stato anche sequestrato un rilevatore di frequenze. Insomma, un vero e proprio armamentario pronto a fare fuoco in ogni momento e ad eludere i controlli delle Forze dell’Ordine.

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