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Il giudice licatese Enzo Tardino finalista al Premio Firenze

Un risultato straordinario. Oltre ogni aspettativa. Il giudice Enzo Tardino, licatese, ma da tantissimi anni residente a Bologna, magistrato di grandissimo prestigio nazionale e internazionale e fine scrittore finalista al XXXV Premio Firenze nella sezione narrativa edita.

Il romanzo in due volumi “Rose’s Story 1943 – Saga di un paese” (Europa Edizioni) è stato scelto su oltre 300 libri in concorso. La motivazione lusinghiera e molto emozionante: “Straordinario mélange di saggistica e narrativa, questo libro racconta la vicenda di Rosa Balistreri, una popolare cantante folk siciliana e con essa cinquant’anni di storia italiana, dallo sbarco alleato a Tangentopoli. Lo fa in novecento pagine di notazioni e riflessioni di rara pregnanza, in cui le note a piè di pagina, alcune volte, sono ancora più interessanti del testo e l’onestà intellettuale dell’autore finisce per conquistare anche il lettore che non si riconosca appieno nelle sue posizioni”.

Il libro era stato presentato dal giudice Tardino nella sua città natale Licata, città dove è nata e cresciuta anche Rosa Balistreri, nei mesi scorsi presso la Biblioteca Comunale “Luigi Vitali” affollatissima per l’occasione.
Un ennesimo successo per il giudice Enzo Tardino che ha avuto numerosi riconoscimenti.

Il libro è la storia romanzata della vita di una donna siciliana povera e analfabeta che, dopo molteplici vicissitudini , diventa una tra le più famose cantanti del genere folk . Il racconto della sua vita procede in uno con gli eventi più drammatici, ma anche più curiosi e divertenti delle gesta anche politiche nel nostro paese, dal fascismo in poi, e per tutto un periodo difficile e tormentato; nel quale la protagonista, smarrita e quasi schiacciata dai tanti accadimenti e confusa come un pulcino nella stoppa, si adopera in mille maniere per sopravvivere alle passioni, alle inimicizie, alle intemperanze della sua gente; alle miserie del regime e alle rappresaglie del potere e alle violenze dei più forti.
Vincenzo Tardino, detto Enzo, nato a Licata (AG) già giudice della Suprema Corte di Cassazione, professore, avvocato e pubblicista, è autore del ‘ Giudizio penale tra fatto e valore giuridico’, ed UTET, e di altre pubblicazioni di rilevanza filosofica (Profilo storico delle categorie etiche). Ha scritto, tra l’altro, diversi libri di narrativa, che sono stati presentati da M.Tobino(Un giudice all’inferno); da G.L.Petix(Un italiano vero);da M.Pomilio(Sangue di Giuda);da F.Cossiga(Il Giudice Lombardini); Lehner(Chi ha ucciso Samuele).

Ha riportato apprezzabili riconoscimenti (Premio letterario Bontempelli e Don Giovanni Verità e Montecatini – per la saggistica; Premio Nazionale ’De senectute’ – per il giornalismo; Premio Internazionale Talamone della Città di Agrigento; Premio nazionale della cultura (conferitogli dal Presidente del Consiglio dei Ministri). Gli è stata conferita la medaglia d’oro per meriti ecologici dagli Ufficiali Sanitari d’Italia nel 1971; e le medaglie d’oro e atti di benemerenza dalla Città di Varese e dal Ministero dell’Interno nel 1978.

Dopo un periodo d’insegnamento, di ricerca e di assistentato universitari a Roma, e di una breve attività di avvocato a Roma e a Milano (presso la Banca Commerciale Italiana) divenne magistrato: pretore a Legnano, dove fu con altri tra i primi c.d. pretori d’assalto-meglio detti pretori d’ambiente per la difesa dell’habitat; Sostituto Procuratore Generale a Bologna e Giudice di Cassazione.

Nel 1971 gli fu conferita la medaglia d’oro dagli Ufficiali Sanitari d’Italia (per la tecnica risolutiva e interdisciplinare con cui, nel silenzio di opportune normative, si batté per la difesa dell’ambiente); nel 1978 la medaglia d’oro (per avere introdotto una metodologia interdisciplinare , applicata nello studio dei problemi dell’habitat e nella pratica giudiziaria); nel 1985, la targa della Città di Yverdon, per il suo progetto di uno Statuto dei diritti del lavoratore emigrante.

Come magistrato si è sempre battuto per l’indipendenza della magistratura, ma nel più assoluto e preminente rispetto dei diritti dei cittadino.Con Sergio Letizia fu copresidente del Sindacato Nazionale Magistrati, e fondatore e direttore della Rivista di cultura della giurisdizione ‘Il Giudice’, dove hanno scritto autori prestigiosi: Bagolini, Bodei, Carpi, Eco, Mainardi, Matteucci, Rossi, Scarpelli, Sciascia, Sgorlon…

Francesco Pira

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