Nessun pericolo di fuga, sostiene il giudice, ma per Gabriele rimane l’obbligo di non allontanarsi dal territorio della provincia di Agrigento e a non uscire da casa dalle 20 alle 7.
Questo è quanto è stato predisposto al termine dell’udienza di convalida che si è svolta all’interno del carcere “Petrusa” di Agrigento, alla presenza del difensore di Gabriele, l’avvocato Ignazio Valenza, e del sostituto procuratore Andrea Maggioni. Se il fermo non è stato convalidato, è stata confermata invece, l’ipotesi accusatoria della Procura della Repubblica di Agrigento.
Il professionista pur dichiarandosi innocente, non è riuscito a documentare la “grave” patologia di cui avrebbe sofferto e che lo ha “costretto” a stare lontano dal suo lavoro, né il perché avrebbe deciso di curarsi proprio in Romania. Ma Gabriele non è il solo ad essere indagato, insieme a lui anche il medico, Armando Antona, già consigliere comunale di Licata, che gli avrebbe “fornito” e firmato i ben 18 certificati medici che Gabriele ha utilizzato per non recarsi al lavoro dal gennaio 2014 al maggio 2015, e curare i suoi affari in Romania. Ad essere truffati, secondo i pm, non solo il Comune di Ravanusa ma anche l’Inps che, ignara, ha continuato ad erogare le corrispondenti somme previdenziali.