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Operazione antimafia “Halycon”: le accuse contro in funzionario regionale “massone”

Sarebbe stato sotto controllo non sapendo di essere intercettato mentre avvisava i presunti affiliati della cosa di Licata.

Negli atti d’inchiesta dell’operazione antimafia “Halycon”, che ha visto al centro del blitz condotta dai militari dell’Arma dei Carabinieri la famiglia mafiosa di Licata, emergerebbe infatti il ruolo del funzionario della Regione Lucio Lutri, ritenuto essere ben inserito in ambienti della massoneria. Lo stesso – secondo l’accusa – avrebbe rivelato alla sua “talpa” che la farmacia di Angelo Lauria e l’ovile di Girolamo Casa erano intercettati con le microspie.

Dalle intercettazioni parrebbe che Lutri, nel corso di un incontro con Giovanni Mugnos, lo informava della presenza di alcune microspie nella farmacia di Lauria. Un vero e proprio invito alla prudenza portato avanti dal Lutri il quale – secondo l’accusa – avrebbe sistematicamente messo a disposizione della consorteria mafiosa la privilegiata rete di rapporti intrattenuti con altri massoni professionisti ed esponenti delle istituzioni.

Un ruolo insospettabile quello di Lutri che – sempre secondo le indagini condotte dai Carabinieri – si sarebbe messo a disposizione dell’associazione, sia acquisendo e veicolando informazioni riservate sulle attività di indagine in corso a carico della cosca, sia mettendosi in contattato con professionisti e compiacenti dipendenti della Pubblica Amministrazione (in gran parte anch’essi massoni) al fine di favorire le più disparate richieste (alcune delle quali illecite) avanzategli dai singoli componenti della famiglia di Licata per affari e vicende relative ai loro interessi patrimoniali.

Dalle indagini è altresì emerso che il rapporto tra i massoni Lauria Vito e Lutri Lucio era oggetto di un colloquio intercettato tra lo stesso Lutri e Giovanni Mugnos, durante il quale quest’ultimo riferiva al suo interlocutore che Lauria Vito, in relazione ad un intervento che Lutri doveva effettuare per la risoluzione dei debiti che Lauria Giovanni aveva maturato per le spese della sua detenzione in carcere, gli aveva testualmente evidenziato che “tu non lo sai io e Lucio a chi apparteniamo… andiamo a finire… andiamo a finire sui giornali”, con ciò chiaramente riferendosi alla affiliazione massonica che lo accomunava a Lutri ed il cui disvelamento, qualora correlato alla vicenda che questo ultimo stava seguendo per conto del capomafia Lauria Giovanni, avrebbe avuto certamente un clamoroso effetto mediatico.

L’insospettabile ruolo svolto da Lutri nell’interesse dell’associazione è plasticamente sintetizzato nelle parole pronunciate proprio da Mugnos Giovanni il quale, oltre ad alludere alla protezione che la provincia mafiosa riferibile a MESSINA DENARO Matteo eserciterebbe in favore di Lutri, chiariva che il nominato massone ha due facce… una… e due… e come se io la mattina quando mi sveglio e con una mano tocco il crocifisso e “dra banna” ho il quadro di Totò Riina e mi faccio la croce.

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