Site icon ScrivoLibero.it

A questo punto il direttore dell’ente parco eleggiamolo con il suffragio universale

Chi sabato pomeriggio passa dalla rovente via Panoramica dei Templi ha forse notato del fumo bianco fuoriuscire da una grondaia di casa Sanfilippo, sede dell’ente parco.

Un fumo denso, lo stesso che fuoriesce dal comignolo della Sistina quando il conclave dei cardinali elegge un nuovo Papa.

L’annuncio della nomina di un nuovo direttore del parco, in città viene vissuto alla stregua di un’elezione di un nuovo pontefice, con il presidente della Regione Nello Musumeci nei panni del cardinale protodiacono, di colui cioè che al termine del conclave si affaccia dalla loggia di piazza San Pietro per gridare il tradizionale “Habemus Papam”.

E sabato idealmente il leader della giunta regionale è lì, in quell’assolata e soleggiata sede dell’ente parco, affacciato verso il tempio di Giunone ad annunciare all’urbe agrigentina il nome del nuovo supermega direttore: è il “cardinale” Roberto Sciarratta a spuntarla, è lui a succedere all’oramai “vescovo emerito” Giuseppe Parello.

In realtà probabilmente sabato pomeriggio Musumeci è a Palermo dentro la sua stanza di palazzo d’Orleans, seduto per firmare ben 14 nuove nomine di altrettanti parchi archeologici. Ma quella che riguarda l’ente parco valle dei Templi è la firma più pesante, è quella che determina l’ideale Habemus Papam che subito fa il giro di Agrigento. L’attesa per la designazione della nuova governance nella nostra città è tale, specialmente nelle ultime settimane, da soppiantare mediaticamente ciò che accade all’interno del comune di Agrigento. Alzi la mano tra i lettori chi si ricorda quali sono le tematiche discusse negli ultimi consigli comunali, chi ha contezza delle dinamiche interne alla politica locale. A malapena si conoscono i nomi degli assessori in giunta.

Al contrario, l’attenzione alle dinamiche di un ufficio regionale le cui nomine altro non sono che (teoricamente) “semplici” designazioni e rotazioni tra impiegati e dirigenti pubblici sembrano avere assoluta priorità tra addetti ai lavori e cittadini. Quando poi si alza la famigerata fumata bianca ed arriva l’Habemus Papam, sui social è una vera e propria pioggia di commenti.

Raramente capita di vedere così tante interlocuzioni sui post che riguardano Agrigento. Nemmeno per le comunali del 2015 si denota così tanta attenzione da parte dei cittadini. Ed allora si potrebbe anche azzardare una proposta: non sarebbe meglio far eleggere direttamente dagli agrigentini il direttore dell’ente parco e spedire a palazzo dei Giganti un funzionario della regione? Anche perchè oramai, in termini di bilancio, gestisce quasi più soldi casa Sanfilippo che il municipio ed i sindaci che si alterneranno nei prossimi anni potranno determinare ben poco sulla linea politica da far intraprendere sul territorio.

E questo spiega il perchè della tanta attenzione sulle vicende dell’ente parco. È lì che ci stanno i soldi, è lì che il bilancio presenta note positive, è lì che gli orfani dei tempi d’oro di provincia e regione possono in qualche modo avere dei premi di consolazione. Sembra più un discorso antropologico e sociale prima ancora che politico: nella Sicilia orientale da secoli la popolazione è abituata a coltivare il proprio orto ed a lavorare, dalle nostre parti siamo stati un po’ più viziati, quasi “amminzigliati” come si dice in giurgintano. Di conseguenza, lì dove c’è qualcosa che funziona non vi è un’automatica propensione a farla funzionare meglio ed a concepirla come una possibilità di sviluppo per tutto il territorio, al contrario si vede soltanto un’opportunità per provare a dare libero sfogo al proprio tornacontismo.

Ma, per amor di verità, è in tutto il mondo ed in tutte le parti che la guerra spesso si origina per il petrolio. Ad Agrigento, le ultime gocce di petrolio sono rimaste all’interno dell’ente parco ed è dunque su questo ente della regione che si cercherà di raschiare il più possibile dal fondo del pozzo.

Ecco perchè viene quasi automatico proporre di evitare alla città il salasso di poco importanti elezioni comunali, che il prossimo anno serviranno solo a riempire le strade di “santini” ed a far scoppiare litigi in qualche famiglia, per proiettarsi invece all’elezione diretta del direttore dell’ente parco.

Ed a proposito del nuovo direttore, oltre che ai consuetudinari auguri di buon lavoro, è bene rivolgergli un invito: munisca il suo nuovo ufficio di una porta blindata ed in grado di resistere al contraccolpo di tante nocche che si poggeranno su di essa, perché già dalla prossima settimana saranno in tanti a bussare.

Mauro Indelicato – Infoagrigento.it

Exit mobile version