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Agrigento, lavoratori degli SPRAR senza stipendi: la CGIL scrive al Prefetto

Il segretario generale della CGIL Massimo Raso e quello della Funzione pubblica Enzo Iacono hanno scritto al Prefetto di Agrigento per mettere in luce la situazione relativa ai lavoratori dipendenti delle Cooperative Sociali impegnate nella gestione accoglienza dei migranti.“Ci viene rappresentata una situazione disperata circa il pagamento delle loro spettanze mensili. In alcuni casi parliamo di ritardi di 12 mesi, in spregio del CCNL delle Cooperative Sociali che stabilisce, circa la corresponsione della retribuzione, CORRESPONSIONE DELLA RETRIBUZIONE (ART. 83) che la stessa deve essere corrisposta entro e non oltre il 20° giorno successivo alla fine di ciascun mese”.

“Sottodimensionamento, sottoinquadramento contrattuale, mancanza di una esatta definizione e suddivisione delle mansioni, mancanza di formazione, compensi bassi, carenza del lavoro di equipe anche a causa di uno scarso coordinamento, impossibilità di garantire un’assistenza personalizzata agli ospiti dei centri ed il citato frequente ritardo dei tempi di pagamento degli stipendi rende questa situazione davvero insostenibile. Tuttavia questi Lavoratori sono muti, impauriti. Mentre ti raccontano le loro difficoltà temono che l’esplodere del caso gli faccia perdere quel poco che hanno e temono di perdere in una provincia come la nostra così avara di posti di lavoro ed opportunità lavorative”.

“Ad alcuni di questi inconvenienti – sottolineano i due sindacalisti – occorrerebbe pensare in fase di gara: l’abolizione del criterio di offerta al minimo ribasso o economicamente più vantaggiosa; l’introduzione di vincoli più stringenti sul rapporto tra operatori e utenti, sul trattamento e sull’inquadramento contrattuale degli operatori, sulla definizione delle loro mansioni e sulle garanzie di effettivo e puntuale pagamento dei loro compensi. Ne potremo riparlare alle scadenze contrattuali”.

“Nel frattempo non possiamo stare fermi, intendiamo “dare voce” a questi Operatori e siamo qui a chiederLe di voler accendere un riflettore su questa situazione, di conoscere con esattezza come e da chi viene gestito il “sistema di accoglienza” nella nostra provincia; comprendere se e come vengono svolti controlli da parte dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro: occorrerebbe una “task force” che su questo (come su altri servizi in appalto dalla pubblica amministrazione) particolare servizio facesse un serio contro a tappeto”.

“Vogliamo conoscere i motivi del ritardo nei pagamenti, verificarne la natura e superare le criticità esistenti. Non possiamo pensare che il Ministero accrediti tali risorse con ritardi di 12 mesi ne è sopportabile dal sistema delle Imprese un tale ritardo. In ogni caso non ci sembra corretto che questo finisca con lo scaricarsi sugli operatori (ed anche sui fornitori di questi Centri) e sui fruitori del servizio. In un tempo in cui le spinte xenofobe e razziste si agitano nel Paese, riteniamo che avere il massimo della chiarezza e trasparenza su queste questioni aiuti chi, al contrario, si batte affinché prevalgano il rispetto delle regole contro chi vuole trasformare l’accoglienza in un “business”. Valuti Lei quale sia la formula più opportuna. Noi non siamo interessati a passarelle e momenti tanto formali quanto inconcludenti, ma alla sostanza del ragionamento che poniamo: occorre finirla con questa situazione, occorre che gli operatori si vedano riconosciuti i loro diritti, a partire da quello del pagamento del loro lavoro”, concludono Raso e Iacono.

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