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Agrigento, “Strada degli Scrittori”: si parla di immigrazione – FOTO E VIDEO

Si è svolta ieri ad Agrigento, al foyer del Teatro Pirandello la tavola rotonda sul tema “migranti e rifugiati fra speranza, paura ed egoismi“. L’evento rientra fra le manifestazioni del Festival “Strada degli Scrittori” e del 150° anniversario della nascita del premio nobel Luigi Pirandello.

Ad intervenire Gaetano Pecoraro, giornalista e autore del reportage sui soccorsi del programma televisivo “Le Iene”, Calogero Firetto, sindaco di Agrigento, Luigi Patronaggio, Procuratore della Repubblica di Agrigento, Nicola Diomede, Prefetto di Agrigento, Mario Finocchiaro, Questore di Agrigento, Maria Volpe, Ufficiale al merito della Repubblica, Mariella Guidotti, Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Agrigento ed il poeta pakistano Umeed Ali.
A moderare l’incontro, il giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro.

La tavola rotonda è stata introdotta con la visione visione del reportage “La vita e la morte nel mare dei migranti” nel quale il giornalista de “Le Iene” Gaetano Pecoraro racconta una notte sulla motovedetta che pattuglia il Mar Egeo per salvare i migranti. E’ un Gaetano Pecoraro commosso quello che è intervenuto: “Da anni salviamo vite umane senza l’aiuto dell’Europa. Che sia un procuratore della Repubblica a dover fare una denuncia è un atto gravissimo. La politica ha creato un vuoto abbandonando questo fenomeno inarrestabile che ha portata epocale“, dice commentando il presunto scandalo che ha coinvolto alcune Ong. 

Sugli stessi fatti interviene anche Luigi Patronaggio, procuratore della Repubblica di Agrigento: “Occorrerebbe far salire sulle navi di soccorso, come infiltrati, ufficiali di polizia giudiziaria e gestire i fatti delittuosi che si verificano nel Canale di Sicilia come crimini contro l’umanità, dinnanzi al Tribunale internazionale. Bisognerebbe creare un corridoio umano”, ha detto definendo i rifugiati “deportati per mare”.

Al suo fianco, il Questore di Agrigento, Mario Finocchiaro, intervenuto sul ruolo della Polizia di Stato. Ad affrontare la delicata questione del trattamento dei minori non accompagnati, ci ha pensato il Sindaco di Agrigento Calogero Firetto: “Accoglienza significa dare a questi giovani un progetto per il futuro, ponendoci il problema di gestire chi non ha interesse per questo progetto, chi non vuole integrarsi” – ha detto, facendo riferimento alle difficoltà per le amministrazioni comunali legate ai costi del loro sostentamento, ai problemi di ordine pubblico, alla necessità di non dimenticare che il territorio governato debba crescere anche da un punto di vista turistico.

Ha condiviso la sua esperienza diretta sul tema della fuga dei minori non accompagnati e delle loro necessità d’interazione pari a quella di qualsiasi altro giovane, Maria Volpe, Ufficiale al merito della Repubblica.

Gli ha fatto seguito Mariella Guidotti, che in qualità di rappresentante dell’Ufficio Migrantes Diocesi di Agrigento, ha parlato della necessità di sostenere la persona nel suo insieme, sottolineando come nei casi dei minori non accompagnati bisogni tener conto dei momenti terribili che hanno alle spalle; di come sia necessario per loro avere progettualità. “Per quest’estate li impegneremo in laboratori, corsi di computer”.

Il prefetto Nicola Diomede, dopo aver ricordato la tragedia del mare del 3 ottobre 2013, ha lanciato un appello, tramite la piattaforma streaming della pagina Facebook de “L’amico del Popolo” che seguiva in diretta la tavola rotonda: “Invito i comuni della provincia di Agrigento a fare ciascuno la propria parte – ha detto in riferimento ai progetti di accoglienza diffusa -; che siano adulti o minori non accompagnati, il problema è dare loro, una volta giunti, dignità, attraverso possibilità d’interazione”. Ha voluto sottolineare come la presenza dei ragazzi provenienti da Beirut al concorso Uno, Nessuno, Centomila abbia costituito a suo avviso l’esempio più concreto d’integrazione: “Se l’arte, la creatività e l’intelletto si occupassero più spesso di questi temi compiremmo il grande passo in avanti, creando vere occasioni d‘integrazione”.

Presente il poeta pakistano Umeed Ali, invitato dal primo cittadino di Agrigento a far dono di una sua poesia da scolpire in una colonnina di marmo da esporre in centro cittadino. Dopo la lettura di due poesie (la prima l’ha letta il prefetto, la seconda Ali) sono state le parole del poeta a terminare l’incontro: “quando finiscono le lontananze siamo tutte uguali – ha detto – bisogna essere altruisti come gli alberi, che soffrono sotto il sole per fare ombra agli altri“.

(Guarda le videointerviste)

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